Tre senzatetto dormono in ospedale a Imola. Gli infermieri: "Non siamo vigilantes"

Imola

IMOLA. «Gli infermieri delle Medicine, della Geriatria e delle Lungodegenze sono costretti a lavorare di notte senza Oss e ultimamente a fare anche da vigilantes». La Fials torna ad attaccare l’Azienda Usl di Imola, questa volta denunciando «la presenza di tre senzatetto che continuano a mettere a soqquadro reparti, corridoi, scalinate e ascensori della struttura sanitaria».

Nessun provvedimento

A fronte degli episodi segnalati «è stato chiesto all’azienda di prendere provvedimenti sulla questione, ma finora nulla si è visto o si è mosso e ronde di senzatetto, chiaramente alterati da alcool e derivati, continuano a girovagare tutte le sere e tutte le notti lungo i corridoi della struttura ospedaliera, spesso alla ricerca di viveri», spiega Stefano De Pandis, segretario territoriale dell’organizzazione sindacale. «Sono più di dieci giorni che stazionano sopra il sesto piano del Santa Maria della Scaletta, salvo utilizzare ascensori e vano scale per entrare nei reparti».

Al di là delle esigenze delle persone in questione «gli infermieri non possono continuare a ridurre i tempi assistenziali per i pazienti cronici e acuti delle Medicine, della Geriatria e delle Lungodegenze perché costretti a occuparsi anche di questi soggetti spesso aggressivi tra di loro e verso il personale», aggiunge De Pandis. «Va aggiunto che in quasi tutte le degenze di notte non ci sono Oss o non ci sono Operatori socio sanitari a sufficienza. Qui gli infermieri devono improvvisarsi tuttofare per arrivare in maniera degna alla fine del turno di lavoro».

Attesa senza spiegazione

Insomma «ora gli infermieri devono fare anche i vigilantes?», domanda il segretario territoriale della Fials. «Basta. L’azienda deve intervenire e trovare, assieme ai servizi sociali del Comune, un posto per queste persone. E questo posto non può essere l’ospedale».

Ancora «sono oltre dieci giorni che ci lamentiamo di queste presenze notturne. Cosa aspetta l’Asl?» chiede De Pandis. «Forse che qualche infermiere venga aggredito nel tentativo di allontanarli? L’unica comunicazione giunta agli operatori è quella di chiudere le porte un po’ prima, ma ad oggi non è servito a nulla perché questa gente vaga indisturbata lungo tromba delle scale, ascensori e corridoi dei reparti».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui