"Una corsia per senso non basta", per la bretella di Imola 3mila firme di protesta
Risparmiare “bene”
Il risparmio di risorse pubbliche invocato dall’assessore all’Urbanistica Massimiliano Minorchio per rimettere mano al progetto sarebbe anche condivisibile: «Siamo assolutamente d’accordo con l’idea di spendere meno soldi», aggiunge Gregori. «Bisogna, però, spenderli nella maniera migliore possibile». E la convinzione è che «il risparmio legato al completamento della Bretella con una sola corsia per senso di marcia e a cielo aperto si ripercuoterebbe negativamente a cascata sui cittadini che abitano e transitano nel quartiere Pedagna», continua il portavoce del gruppo, «in termini di congestionamento del traffico e di disagi ambientali, ovvero rumore e inquinamento». Inoltre, «ridiscutendo il progetto dall’inizio e posticipando il completamento dell’opera, si corre il rischio di perdere completamente i finanziamenti già stanziati. Una paura che si fa ancora più concreta dopo i fatti di Genova e dell’incertezza sul futuro di Società autostrade», prosegue Gregori. «E a quel punto, il completamento della Bretella ricadrebbe sulle tasche degli imolesi».
Scongiurare le divisioni
Ma la preoccupazione, come si evince dallo slogan del comitato «Uniti per non dividere la città», non è esclusivamente di carattere economico. «Distruggere il prato a fianco la parrocchia di San Francesco per far passare una seconda strada in superficie causerebbe il distacco fra le Pedagne est e ovest», continua il portavoce. «E’ un problema anche sociale». E ancora: «Non si può penalizzare un luogo di aggregazione e di socializzazione come la parrocchia di San Francesco», gli dà man forte Roberta Ferri. Senza dimenticare che «ci sono altre zone di Imola, come San Prospero, che resterebbero difficilmente raggiungibili se non venissero realizzate le opere collegate alla Bretella», ricorda Gregori.