Terapia mirata per bimbi speciali alla piscina Gualandi di Imola
La terapia
La Tma «è una terapia che utilizza l’acqua come attivatore emozionale, sensoriale e motorio», spiega Cinzia, 26 anni. «Il nuoto è il veicolo per raggiungere obiettivi terapeutici e attivare processi di socializzazione e integrazione con le altre persone».
Per ciascun bimbo «c’è un piano di intervento individualizzato, una sorta di vestito fatto su misura, che é costituito da obiettivi a breve, medio e lungo termine che vengono stabiliti dal supervisore - uno psicoterapeuta specializzato - dal primo incontro in acqua», aggiunge. «E’ considerata una terapia multisistemica perché valuta e interviene sui diversi aspetti del bambino: relazionale, emotivo, cognitivo, comportamentale, comunicativo, senso-motorio».
«Ho iniziato a lavorare come istruttrice di nuoto già a 17 anni», racconta Cinzia. «Il mio primo contatto in acqua con un bambino speciale è avvenuto quando avevo 18 anni, come semplice tecnico educatore di nuoto, nella piscina comunale di Imola».
Da quel momento «ho iniziato a formarmi facendo diversi corsi sulla disabilità», continua, «ma la svolta è stata nel 2014, quando ho scoperto la Tma-Metodo Caputo Ippolito: quello che dicevano al corso era così vero e rivoluzionario che non ho potuto più passare un giorno senza utilizzare questo metodo».
Per diventare operatrice «ho iniziato da lì il percorso di formazione a Milano, per poi continuarla negli anni successivi andando a formarmi e lavorare in Toscana, dove c’è un grosso gruppo di terapisti tma e facendo i progetti estivi in varie zone d’Italia», prosegue. «A breve comincerò il percorso per diventare psicologa, per offrire alle mie famiglie e al territorio un servizio sempre migliore».
Un’esperienza «profondamente arricchente per me e per il posto in cui lavoro», è convinta Cinzia. «A volte la non conoscenza di certe realtà porta ad avere paura di chi è diverso, ma potendo mostrare e insegnare agli altri come ci si può approcciare con questi bambini, tutti dopo pochissimo ci accolgono con infinito affetto».
La piscina «è un luogo infinitamente positivo, poiché permette ai bambini e alle loro famiglie momenti di sport», conclude. «Possono vivere il momento della piscina come gli altri genitori che guardano il loro bambino dal vetro fare nuoto, giochi e tanti progressi. E tutto questo è fantastico».