Allarme dal gattile di Imola: "Le risorse non bastano non possiamo continuare"
Le risorse non bastano
«Sono anni che ci occupiamo dei gatti con passione e dedizione, siamo una cooperativa di tre persone, ma con le sole nostre forze non possiamo gestire una struttura così impegnativa – afferma Cristina Ferri – La copertura finanziaria che arriva dal Comune con la convenzione è assolutamente insufficiente per la mole di lavoro che c’è da fare, in questi anni ci abbiamo messo del nostro e ora non siamo più in grado di farlo. Nel 2017 sono stati circa 700 i gatti che sono passati dal gattile perchè bisognosi di aiuto e per i quali abbiamo sempre pagato spese sanitarie, sterilizzazioni, cibo e tutto il necessario per seguirli. Ma a questi vanno aggiunti tutti i gatti del territorio per i quali è stato chiesto il nostro aiuto, dalle varie colonie feline ai gatti incidentati o ammalati. Li abbiamo aiutati e curati con amore, ma non possiamo farci carico di tutto – prosegue Ferri – e quindi abbiamo deciso di non partecipare al prossimo bando. Abbiamo comunicato la nostra decisione all’Amministrazione comunale, in modo che possa organizzarsi, perchè anche se la convenzione scade alla fine del 2019 il bando va fatto molto prima». In pratica la cooperativa riceve circa seimila euro al mese (+ iva), per occuparsi dei gatti nella struttura, delle colonie feline e delle varie emergenze, ma ne spende quasi il doppio per curare e nutrire i felini e occuparsi delle spese della struttura. Se a questo si aggiunge che con la crisi anche i finanziatori sono sempre meno (le donazioni sono calate del 30 percento) è facile intuire le ragioni della cooperativa “Gatto nero”.
L’allarme della Lega
A fianco della cooperativa è sceso Marco Casalini, segretario della Lega nord Imola che dopo aver letto la decisione dei gestori ha lanciato l’allarme: «Che fine faranno gli oltre 800 felini del nostro territorio? Cosa aspetta l'amministrazione Sangiorgi ad occuparsi della vicenda e a convocare un tavolo coi gestori della struttura? Sono anni che quelle ragazze danno tutto per occuparsi dei gatti bisognosi, hanno chiesto aiuto più volte ma non sono state ascoltate – prosegue Casalini – si sono accollate tutte le spese, il vero problema è che come succede con i canili dovrebbero esistere degli accordi con l’Ausl per le spese mediche degli animali e con il Comune per le spese dei chip, non possono essere tutte a carico di chi gestisce il gattile».