Vicenda 3elle: a Imola raggiunto accordo con 11 dipendenti sulla quota di capitale sociale
La vicenda
Portava la data del 10 maggio 2016 la raccomandata con cui Ori chiedeva a una trentina di ex lavoratori soci il pagamento della quota del capitale sociale sottoscritta ma non ancora versata. Un importo che, nella maggior parte dei casi, variava da 10.000 a 40.000 euro, da pagare entro e non oltre dieci giorni dal ricevimento della raccomndata.
Per i soci più anziani, per cui il pagamento della quota di capitale doveva avvenire entro un certo numero di anni dall’accettazione delle loro domande, la richiesta riguardava, invece, la restituzione del prestito che la “3elle” concedeva ai propri dipendenti per dare loro la possibilità di chiudere la loro posizione più velocemente, recuperato soltanto parzialmente attraverso le trattenute negli stipendi.
L’epilogo
«Dopo aver cercato un possibile interlocutore e girato a vuoto, dopo non aver ottenuto nemmeno un segno di solidarietà da parte delle istituzioni, dalla Legacoop di Imola e dai sindacati, abbiamo trovato la disponibilità di due persone competenti e sensibili, il dr. Luigi Grassi, ex ufficio legale 3elle, nonché nostro ex collega, e il dr. Nino Gualandi, ex direttore del personale di Cefla, che qualcuno di noi conosceva», racconta il gruppo. «Con grande disponibilità, impegno e competenza, ci hanno aiutato a capire la situazione e a gestirla».
Ora, «dopo vari mesi di attesa a seguito di incontri, la vicenda si è conclusa positivamente», annunciano gli ex soci lavoratori della cooperativa, «con un accordo transattivo che prevede il pagamento di una parte di quanto inizialmente richiestoci. Cifra per noi onerosa, ma comunque affrontabile, seppur con rinunce e sacrifici».
Rimane l’amarezza per «il silenzio calato sulla 3elle e sui 253 ex dipendenti», conclude il gruppo, che punta il dito contro «le istituzioni e sindacati, che hanno abbandonato i lavoratori», ma anche contro «Legacoop Imola, su cui la vicenda 3elle resterà come una “onta” indelebile per la storia della cooperazione».
LUCA BALDUZZI