Olivia, la prima bimba di Imola registrata con due mamme

Imola

IMOLA. Da ieri Olivia, nata nell’ottobre di due anni fa, è la prima bambina di Imola registrata all’anagrafe come figlia di una coppia di donne, Elena Gentilini - la madre naturale - e Lidia Pascazio, che si sono unite civilmente nel gennaio del 2017. Dopo la firma della prima cittadina Manuela Sangiorgi in municipio, la famiglia ha festeggiato con un gruppo di amici al bar “Forum Cornelii”.

La storia

«Stiamo insieme da otto anni», racconta Lidia, «e abbiamo deciso di avere un figlio nel 2016. Il “progetto” è nato ed è stato desiderato quando la nostra unione era già consolidata».

Per realizzare il proprio sogno, «ci siamo rivolte a una clinica di Barcellona», aggiunge, «e abbiamo portato avanti la cosa grazie alla collaborazione del personale della clinica».

Successivamente, raccontano le due mamme «abbiamo depositato la richiesta di registrazione nel giugno scorso, durante il periodo di commissariamento del Comune, però era necessario aspettare che si svolgessero le elezioni, che si insediasse la nuova Amministrazione e che ci fosse un sindaco che esprimesse il suo parere», continua Lidia. «A settembre abbiamo fissato un appuntamento», e i tempi per arrivare alla firma della Sangiorgi sono trascorsi abbastanza velocemente.

Sempre al fianco di Elena e Lidia, e in prima fila alla cerimonia in municipio di ieri mattina, anche Michele Giarratano, avvocato, attivista per i diritti delle persone Lgbt e compagno del senatore del capoluogo Sergio Lo Giudice, sposato a Oslo, in Norvegia, sette anni fa.

Giornata importante

In Comune Elena e Lidia hanno trovato «un ambiente sereno e positivo», raccontano. E la giornata di ieri resterà «molto importante, perché può servire da apripista per altre coppie omogenitoriali, anche persone e coppie che non conosciamo personalmente. Invece di farsi troppe domande o farsi prendere da paure non giustificate, altre persone e altre coppie sapranno che questa cosa è già accaduta e che da adesso in avanti potrà succedere tante altre volte».

E questo «è giusto che si sappia, alla faccia di chi non vuole che si sappia o non è d’accordo», aggiungono Elena e Lidia, già componenti del comitato organizzativo della Rivolta gaya il 21 luglio. «Siamo impaurite e indignate per quanto, a dispetto della scelta della Giunta di Imola di oggi (ieri, ndr) sta capitando a livello nazionale, con le dichiarazioni dei ministri Fontana, Pillon e Salvini sui diritti civili. Rivolta gaya ha dimostrato che a Imola c’è voglia di organizzarsi e continuare a lottare per i diritti civili, e noi saremo sempre in prima linea».

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