L'Imolese pronta a fare lo stadio. "Se non c’è accordo tocca al Comune di Imola"

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IMOLA. C’è una data che è bene segnarsi in rosso già da adesso sul calendario ed è il 30 giugno 2019 quando scadono i termini per ottenere la licenza nazionale per giocare i campionati professionisti della stagione sportiva 2019/20. Per quella data, gli scenari affinché l’Imolese possa stare ancora nel professionismo sono solo due: il Galli sarà stato sistemato dall’amministrazione comunale (come da impegno scritto allegato dall’Imolese alla domanda di iscrizione per la stagione in corso) oppure saranno partiti i lavori per la costruzione del nuovo stadio che l’Imolese vorrebbe costruire al Bacchilega. Il condizionale è d’obbligo, visto che bisogna trovare un accordo con l’Imola Rugby che, dalle parole del presidente Villa al Corriere Romagna, non sembra intenzionata a traslocare.

Tempistiche

«Per questa stagione l’Imolese potrà giocare al Galli – apre la chiacchierata Fiorella Poggi, proprietaria dell’Imolese – ma va presentato entro fine dicembre in Lega il progetto di ristrutturazione del Galli oppure quello per la costruzione del nuovo stadio (con capienza di 2.500 posti e che potrebbe essere chiamato “Arredoquattro Stadium” , ndr) con tutte le concessioni già autorizzate. Il progetto di ristrutturazione del Galli, che noi abbiamo già fatto a spese nostre e consegnato al Comune lo scorso aprile, è ancora fermo al primo step visto che Area Blu non ha ancora risposto alle richieste di integrazione presentate dalla Sovrintendenza di Bologna. Se il prossimo anno giocheremo al Galli oppure al Bacchilega è il Comune che dovrà deciderlo, noi abbiamo presentato alla vecchia amministrazione comunale, già due anni fa, il nostro progetto che prevede lo spostamento del rugby dall’altra parte della strada, nella zona di via Salvo D’Acquisto dove attualmente ci sono due campi di allenamento del nostro settore giovanile».

Nodo rugby

Su questo punto, l’Imola Rugby sembra non volerci sentire: «L’area che verrebbe destinata al rugby ha la stessa metratura che attualmente occupa l’attività dell’Imola Rugby: siamo disponibili a ricostruire tutto compresa la club house della società. Nell’area attuale del rugby verrebbero tutte le opere di urbanizzazione per il nuovo stadio e due campi di allenamento per la prima squadra, visto che l’impianto nuovo verrebbe usato solo per le partite ufficiali. Il senso della nostra idea era quello di cogliere un’opportunità valida per entrambe le società e per la comunità di Imola: visto che non togliamo nulla al rugby come spazi occupati la soluzione si può trovare. L’Imola Rugby ha esattamente i nostri stessi diritti, avendo partecipato e vinto un bando da società solida quale sono e con una storia. Rimango perplessa dalle dichiarazione di Massimo Villa, spero sia stato male interpretato quanto lui ha dichiarato, sono due anni che il progetto è stato presentato all’Imola Rugby dal vecchio assessore Tronconi. Noi non vogliamo cacciare via nessuno: se si trova un accordo bene, altrimenti sarà il Comune a doversi accollare le spese e mettere le mani sul Galli presentando entro fine dicembre il progetto completo e finendo i lavori entro il prossimo 30 giugno come i documenti scritti che mi sono stati rilasciati la scorsa estate testimoniano».

Alternative

Ed uno stadio in posizione diversa, magari verso la zona della A14? «Il nostro progetto e la mia proposta era sul Bacchilega con i costi della costruzione che sarebbero tutti a carico dell’Imolese. Costruendo altrove, i costi quadruplicherebbero e sarebbero tutti a carico del Comune. Questa che proponiamo deve essere una opportunità, se non sarà gradita a qualcuna delle parti in causa allora tornerà nel cassetto».

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