Caso Con.Ami a Imola, non tutto il cda si è dimesso, Cassani ancora in sella

Imola

IMOLA. Sorpresa. Non tutto il Cda del Con.Ami si è dimesso. E’ quanto emerso ieri mattina in commissione, dopo che il presidente uscente Stefano Manara ha risposto a una domanda specifica rivolta proprio su questo passaggio. «Lo imparo adesso» ammette candidamente il vicesindaco Patrik Cavina. «Reputo grave che ciò si apprenda oggi. E’ un’ulteriore fase di stallo» fa notare l’esponente civica Carmen Cappello. Formalmente ad esser ancora al suo posto è il consigliere Stefano Cassani, assente nella seduta in cui il Cda ha alzato bandiera bianca. Come sono andate dunque le cose? Nel ricostruire tutti i passaggi, Manara ricorda che fino al 26 giugno, due giorni dopo il ballottaggio a Imola, nel Con.Ami, dal Cda all’assemblea dei soci, ha sempre regnato l’unanimità. Qualche distinguo era emerso all’indomani dello storico ribaltone, sollevati proprio dallo stesso Cassani.
Da parte di Manara inizialmente c’erano però i presupposti, sentiti anche i pareri di tutti i sindaci, per impostare un nuovo piano triennale. Pure con il sindaco Sangiorgi nella riunione del 3 agosto le cose sembravano andare per il verso giusto. «Anche lì ero convinto di continuare» rivela lo stesso Manara. Nessun temporale all’orizzonte almeno in apparenza. Poi qualche giorno dopo, il 7 agosto per l’esattezza, la lettera della prima cittadina imolese inviata agli altri 22 sindaci del consorzio (nella quale chiedeva il rispetto delle regole, mandando i primi cittadini su tutte le furie) che ha agitato improvvisamente le acque. «E così ho convocato un Cda dove ho esposto che non sentivo più le condizioni di andare avanti. Abbiamo cercato più volte Cassani, trovandolo, ma al momento di registrare le sue intenzioni circa le dimissioni è caduta la linea».

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