Frana un pezzo di Vena del Gesso

Rimini

BORGO TOSSIGNANO. Un vero e proprio boato ha svegliato i residenti di Borgo Tossignano la mattina dell’8 marzo scorso. In quei giorni si rendeva conto di frane e strade chiuse, famiglie evacuate per il maltempo nel resto della Vallata, intanto franava anche un pezzo del tesoro naturalistico della Vallata, la Vena del Gesso.

La frana è visibile molto bene dal ponte che conduce ai bacini di Rineggio, sul versante sinistro del Santerno. «La nicchia di distacco dei massi gessosi è di una trentina di metri - spiega il geologo Alessandro Poggiali che ha ispezionato al frana per il Comune di Borgo Tossignano e per il Parco -. I massi sono caduti in un impluvio naturale prima di arrivare a valle, non hanno coinvolto case o strade. E’ una frana importante ed eventi così non si verificano di frequente per quanto siano del tutto naturali». Di fatto il profilo della Vena del gesso, in uno dei suoi punti più visibili, è cambiato completamente. «Fa parte della normale evoluzione di un corpo roccioso come la Vena, è chiaro che queste situazioni possono essere monitorate, ma non si può fare nulla per la conservazione» aggiunge il geologo. «Abbiamo verificato, con i tecnici comunali, che vi sono in altri punti crepe aperte, ma come è accaduto per questa frana, che non ha creato pericolo per la popolazione, non vi sono attualmente rischi per case o strade», confermava ieri il geologo Poggiali.

«Questa frana è un evento davvero eccezionale, di fatto una delle creste del Monte Penzola ha definitivamente mutato aspetto - commentava ieri il direttore del Parco Massimiliano Costa -. La Vena del Gesso è ovviamente esposta agli agenti atmosferici e tende ad alterarsi. I processi sono molto lunghi, ma l’evoluzione è costantemente in atto. In questo caso il lavoro lento dell’acqua che si è infiltrata nella montagna ha sciolto i banchi di argilla che si alternano ai blocchi di gesso lasciando questi senza supporto e quindi facendoli crollare. Se il crollo non crea pericolo, come in questo caso, non è opportuno intervenire».

La frana è già diventata oggetto di un’interrogazione in Regione firmata dal consigliere di Forza Italia Alberto Vecchi che chiede : «Se esiste una mappatura delle zone a rischio franoso del Parco della Vena del gesso romagnola e se esistono iniziative per tutelare la stabilità delle emergenze gessose». Il consigliere poi va oltre e chiede se «non si ritenga necessario coinvolgere i proprietari della quasi totalità dei terreni interessati al parco al fine di una gestione più responsabile del territorio con particolare riferimento alla tutela idrogeologica della zona che, peraltro, se adeguatamente curata, potrebbe essere un’interessante fonte di reddito dei proprietari».

«Interventi di sostegno sono impossibili, la Vena del gesso è un organismo naturale e il Parco esiste proprio per tutelarla per quello che è - commentava ieri l’assessore all’ambiente di Borgo Tossignano Renato Sartiani -. Posto che abbiamo verificato che non vi sono pericoli per la popolazione, e comunque i massi che si sono distaccati vengono monitorati».

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