Sindaca Pd o M5s, ecco chi sarebbero i consiglieri della maggioranza

Imola

IMOLA. Quali le possibili maggioranze in Consiglio comunale nel caso di vittoria della candidata a sindaco della coalizione di centrosinistra Carmela Cappello o di quella del Movimento 5 stelle Manuela Sangiorgi? Ecco i due possibili scenari futuri.

Quindici consiglieri
Di qualsiasi colore sarà la maggioranza, sarà composta da quindici consiglieri. Il Consiglio di Stato, infatti, ha precisato che la percentuale del 60% da assegnare in virtù del premio di maggioranza -matematicamente 14,4 seggi- deve essere determinata sempre attraverso l’arrotondamento per eccesso.

Maggioranza di centrosinistra
Fra i banchi di una maggioranza di centrosinistra siederebbero prima di tutto tredici rappresentanti del Partito democratico: Fabrizio Castellari (792 preferenze), Marco Panieri (763), Roberto Visani (756), Giacomo Gambi (444), Daniela Spadoni (355), Marcello Tarozzi (308), Sonia Manaresi (205), Cecilia Ricci (257), Vanna Verzelli (223), Marina Conti (203), Pierangelo Raffini (194) Mirella Pagliardini (177) e Barbara Tozzoli (152).
A loro si affianchieranno il capolista della lista civica “Imola più” Romano Linguerri (345 voti) e Annalia Guglielmi della lista “Imola futuro-Area civica” (254).

Maggioranza pentastellata
Nelle fila di una maggioranza grillina entrerebbero Patrik Cavina (144 preferenze), Stefania Chiappe (139), Simone Righini (103), Stefano Buscaroli (99), Ezio Roi (78), Massimo Vasselli (73), Lorenza d’Amato (62), Valerio Giovetti (48), Fabrizio Favilli (45), Ermete Guerrini (43), Andrea Cerulli (42), Umberto Mingotti (40), Elena Piancastelli (37), Annalisa Roda (33) e Fabiano Cavina (30).
Ma la nomina di Patrik Cavina, Roi e Favilli come assessori anticipata nel corso della campagna elettorale consentirebbe a Graziano Righini (27 voti), Federica Boccia (27) e a Valeria Basile (25) di subentrare al loro posto.

Apparentamenti
Qualsiasi ipotesi, però, dovrà tenere contro degli eventuali apparentamenti. Nel caso in cui alcune liste decidessero di unirsi in vista del ballottaggio, entro sette giorni dallo svolgimento del primo turno (dunque, entro domenica prossima), l’assegnazione dei seggi dovrà tenere conto dei nuovi equilibri, sia che il gruppo di liste in questione vinca sia che si ritrovi all’opposizione.

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