Forza Italia fuori dal consiglio si interroga. Ecco chi siederà tra i banchi di minoranza

Imola

IMOLA. Forza Italia rimane fuori dal consiglio comunale di Imola dopo ben 23 anni di presenza ininterrotta tra i banchi. Il 3,75% ottenuto dai berlusconiani, infatti, contribuirà semplicemente a far entrare il candidato a sindaco della coalizione di centrodestra, Giuseppe Palazzolo, e non un consigliere.
«Chi aveva il compito di occuparsi di Imola e ha deciso di abbandonarla, lavorando per distruggere Forza Italia, ne risponderà personalmente», attacca Galeazzo Bignami, deputato berlusconiano. «Qualsiasi riferimento agli attacchi rivolti a Simone Carapia (e dunque al coordinatore regionale per l’Emilia-Romagna Massimo Palmizio, ndr) è puramente voluto».
Nell’attesa di capire che cosa succederà all’interno di Forza Italia dopo questo risultato, «non posso che ringraziare Nicolas che, praticamente da solo e con il sostegno di molti amici, si è impegnato per organizzare un’ottima campagna elettorale», aggiunge Bignami, «e a raccogliere quasi quattrocento preferenze». 389, per la maggior parte nella frazione di Sesto imolese.

Opposizione M5s e centrodestra
In caso di vittoria della coalizione di centrosinistra, fra i banchi dell’opposizione siederebbero cinque consiglieri del Movimento 5 stelle, tre della Lega Nord e -appunto- Palazzolo.
I primi sarebbero la candidata a sindaco Manuela Sangiorgi, Patrik Cavina, Stefania Chiappe, Simone Righini e Stefano Buscaroli.
Tre seggi del centrodestra verrebbero assegnati al Carroccio, con Simone Carapia (413 preferenze), Daniele Marchetti (360 preferenze) e Ilyan Dosi (70 preferenze). A Forza Italia spetterebbe il quarto e ultimo seggio, ma Palazzolo farebbe il suo ingresso in consiglio comunale sfruttando il seggio dei berlusconiani, quello con il quoziente inferiore.

L’altra ipotesi
Se vincessero i grillini, nelle fila dell’opposizione entrerebbero la candidata a sindaco della coalizione di centrosinistra Carmela Cappello e cinque consiglieri del Partito democratico (Fabrizio Castellari, Marco Panieri, Roberto Visani, Giacomo Gambi e Daniela Spadoni), due della Lega Nord (Simone Carapia e Daniele Marchetti) e Palazzolo, che in questo caso beneficerebbe, invece, del terzo seggio che spetterebbe ai leghisti.

Apparentamenti
Qualsiasi ipotesi, però, dovrà tenere contro degli eventuali apparentamenti.
Nel caso in cui alcune liste decidessero di unirsi in vista del ballottaggio, entro sette giorni dallo svolgimento del primo turno (dunque, entro domenica prossima), l’assegnazione dei seggi dovrà tenere conto dei nuovi equilibri, sia che il gruppo di liste in questione vinca sia che si ritrovi all’opposizione.

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