Perso quasi il 90% di albicocche: aziende in ginocchio dopo le gelate

Imola

IMOLA. «Centinaia di piante senza nessuna albicocca. Una perdita di prodotto fra l’80% e il 90%. E non conviene neanche raccogliere quelle poche albicocche che sono rimaste».

E’ assolutamente identico e decisamente desolante lo scenario dipinto da un gruppo di agricoltori di Imola e della Vallata del Santerno che in queste settimane stanno ricevendo la visita dei tecnici della Regione Emilia-Romagna incaricati di verificare se vi siano le condizioni per far accedere le aziende colpite dalle gelate dei giorni del Burian al Fondo di solidarietà nazionale previsto per i casi di calamità naturali.

Terzo annus horribilis

«Il lavoro sta proseguendo anche in questi giorni e immagino si concluderà questa settimana», spiega Alessandro Scala, vicepresidente di Coldiretti Bologna e segretario della Coldiretti cittadina. «Da un telefonata di lunedì con il tecnico incaricato dalla regione di verificare quello che è accaduto è emerso quello che noi sappiamo purtroppo molto bene, ovvero che la produzione di albicocche nel nostro territorio è andata completamente perduta».

Dopo la ricognizione delle imprese, «dovremo insistere perché vi sia la delimitazione e l’avvio dell’iter per la declaratoria del carattere di eccezionalità degli eventi atmosferici dello scorso febbraio, con l’attivazione delle procedure previste», aggiunge Scala.

«Ovviamente è bene non farsi illusioni. La siccità dello scorso anno insegna, tuttavia è bene insistere perché i limiti degli strumenti che abbiamo a disposizione per fronteggiare queste vere e proprie sciagure devono essere portati alla luce».Di sicuro, «è veramente una situazione difficilissima», conclude il segretario della Coldiretti di Imola, «con numerose aziende messe a dura prova da quello che si annuncia essere il terzo annus horribilis per i produttori di albicocche del nostro territorio».

Assicurazioni da cambiare

«Negli ultimi tre giorni i funzionari della Regione hanno fatto sopralluoghi a campione nelle nostre aziende associate per verificare i danni causati da Burian ai frutteti», continua Simone Rustia, responsabile di zona di Confagricoltura. «Tuttavia, ci attendiamo adesso un vero cambiamento nel sistema assicurativo italiano: le compagnie devono partire molto prima con la campagna assicurativa, almeno un mese prima, cioè a partire da inizio marzo. Oramai è un dato di fatto che il clima è mutato, quindi il sistema deve saper rispondere alle reali esigenze delle aziende agricole».

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