La protesta contro il Giro d’Italia Scritte anche sui cartelloni di Imola

Imola

IMOLA. Striscioni coperti dalle scritte “Israele assassina”, “Palestina libera” e “Stop occupazione” o strappati sul ponte di viale Dante, e cartelloni imbrattati con vernice rosa sia nella zona attorno all’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” sia ai piedi dell’Orologio.

Il ritorno del Giro d’Italia a Imola, con l’arrivo della dodicesima tappa, è stato anticipato da atti vandalici per contestare la decisione degli organizzatori della Carovana rosa di inaugurare la centounesima edizione della corsa in Israele (con la cronometro individuale a Gerusalemme e le due tappe Haifa-Tel Aviv e Be’er Sheva-Eilat), nel settantesimo anniversario della costituzione dello Stato.

Una contestazione tornata prepotentemente alla ribalta lunedì scorso, in concomitanza con la cerimonia di inaugurazione dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme (seguita al riconoscimento della città come capitale di Israele da parte del presidente americano Donald Trump), che ha segnato anche la ripresa degli scontri armati nella Striscia di Gaza.

Critiche al Giro

Già martedì pomeriggio, il collettivo “Imola antifascista” aveva organizzato un presidio nella piazzetta a fianco della biblioteca: «Lo sport non può renderci ciechi dinanzi a tutto questo», aveva commentano il gruppo, «e non possono farcela nemmeno i milioni di euro che Israele è disposta a pagare pur di ripulirsi ai nostri occhi».

E alle critiche si era affiancato anche il Partito di rifondazione comunista: «Un evento sportivo che dovrebbe ispirarsi ai valori della solidarietà, lealtà e fratellanza tra i popoli viene dunque strumentalizzato e svuotato del proprio significato», avevano aggiunto i candidati alla carica di consigliere comunale Anronella Caranese e Stefano Tampieri, «trasformandosi in un atto di aperto sostegno alle politiche del governo israeliano».

Condanna

«Ferma condanna degli atti vandalici ai danni degli arredi del Giro d’Italia», commenta Nicolas Vacchi, capolista di Forza Italia per le elezioni amministrative del 10 giugno. «Nella nostra città non può esserci spazio per simili comportamenti così come per chi li mette in atto. Il Giro d’Italia è un momento di promozione della città e di esaltazione dei valori che lo sport rappresenta. Chi pensa di attirare l’attenzione in questo modo su fatti drammatici e tragici da sempre all’attenzione della comunità internazionale dimostra di non avere chiara la complessità della situazione, per la cui risoluzione occorre lo sforzo di tutti senza strumentalizzazioni tantomeno boicottaggi».

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