Manca: «Siamo la prima forza politica. Sono convinto che qui vinceremo»
E per “blindare” il risultato, lancia un nuovo progetto per il Partito democratico uscito con non poche bruciature e lividi dalla tornata elettorale appena terminata: «Si potrebbe chiamare “Orgoglio Imola”».
Più civismo
«Non sono più sufficienti né il buon governo né la rievocazione del centrosinistra degli anni precedenti – osserva il neo senatore –. C’è bisogno di ripensare il Pd e di ricostruire la relazione con la cittadinanza».
Sotto l’Orologio questo significa che «dovremo investire molto sul senso di appartenenza e sull’orgoglio di essere Imola – aggiunge Manca – puntando su un nuovo centrosinistra alleato con l’associazionismo, il volontariato e il civismo».
Candidato
Diretta conseguenza di questa riflessione è quella che riguarda il candidato: «Dovrà essere condiviso da questa nuova alleanza – continua l’ex sindaco –e per questo sarà necessario costruire il consenso».
Il Pd «è assolutamente indispensabile, perché non si può rinunciare a un 30% di consenso – puntualizza Manca –, però ci vuole anche la maturità del Pd di non decidere in solitudine, lasciando da parte l’arroganza e la presunzione basate sul passato, quando il consenso era al 44%».
Dunque, «sarà il nuovo rapporto che instaureremo con i cittadini il “luogo” in cui verrà individuato il profilo migliore per riunire e tenere assieme una coalizione nuova – prosegue l’ex primo cittadino imolese –. Se il Pd anticiperà questa decisione, quello sarà esclusivamente il candidato del Pd».
I tempi stretti non preoccupano eccessivamente, anche perché «se avessimo anticipato questa discussione, con l’esito di queste elezioni avremmo bruciato chiunque – conclude Manca –. Il problema non è la persona - potrei fare dieci nomi che andavano benissimo e vanno tuttora benissimo - quanto l’impostazione culturale della sfida».
Ingresso in Senato
Pensando, invece, al futuro prossimo, «entrare a palazzo Madama sarà un’esperienza particolarmente emozionante – confida il neo senatore –. Faccio addirittura fatica ad abituarmi a questa idea, perché è una situazione che non avevo mai neanche immaginato. Quando mi chiamano “sindaco” ancora mi volto, quando mi chiamano in un’altra maniera ancora no!». A Roma «vivrò questa esperienza con senso di gratitudine e con la convinzione di poter dare un contributo significativo a questa comunità e a questo territorio – assicura Manca –. Quanto si entra in luoghi come questo si sente sia l’onere che la bellezza di poter dare un contributo a questo grande Paese».