Rissa tra immigrati in un condominio: in tre finiscono al pronto soccorso

Imola

IMOLA. Rissa tra immigrati in una palazzina in via Fratelli Bandiera domenica sera, cominciata nell’appartamento all’ultimo piano che hanno in uso, proseguita per le scale e finita in strada tra urla e botte, fino a quando non è arrivata la polizia a sedare gli animi.

Un episodio che ha scioccato letteralmente gli altri inquilini della palazzina, spaventati e preoccupati.

«L’appartamento all’ultimo piano è stato affittato a nove immigrati tramite una cooperativa – racconta uno degli inquilini del palazzo – domenica è scoppiata un diverbio tra di loro, non sappiamo per quale motivo ma ciò che è successo è gravissimo. Si sono picchiati nel pianerottolo, per le scale fino ad arrivare in strada, una cosa incredibile. Noi inquilini abbiamo sentito le urla e ci siamo spaventati tantissimo. Qui abitano anziani e bambini, non è possibile che possa succedere una cosa del genere. Ci siamo sentiti tutti in pericolo. A questo punto chiediamo che qualcuno intervenga, queste persone sono pericolose e potrebbero capitare altre volte episodi come questo, cosa dobbiamo fare? Abbiamo tutti paura, non siamo tranquilli».

Rissa con feriti

Gli inquilini del palazzo hanno allertato le forze dell’ordine e sul posto sono giunte tre volanti della polizia e i sanitari del 118. Gli immigrati, di diverse nazionalità, si sono picchiati e tre sono finiti al pronto soccorso. Il commissariato di polizia sta procedendo con gli accertamenti sull’ipotesi di rissa tra immigrati e sta raccogliendo tutti gli elementi per cercare di ricostruire quanto accaduto. Anche sul numero delle persone che hanno scatenato la rissa non ci sono certezze, perché sono intervenuti anche altri soggetti per cercare di sedare gli animi. I nove immigrati che risiedono all’ultimo piano della palazzina di via Fratelli Bandiera 12 sono ospiti della cooperativa Camelot ed è soprattutto a questa che i residenti spaventati si rivolgono. «Sono un gruppo numeroso di persone, che spesso hanno atteggiamenti pericolosi – affermano i residenti – possibile che nessuno li possa controllare? A chi dobbiamo rivolgerci? Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, abbiamo paura e non dormiamo la notte».

La cooperativa

«Stiamo collaborando con il commissariato per ricostruire quanto accaduto e fissare dei colloqui con le persone coinvolte – afferma Elisa Bratti, responsabile del settore società e diritti della cooperativa Camelot – i nove ragazzi sono tutti maggiorenni e sono seguiti. Almeno una volta al giorno si reca da loro un operatore sociale nelle ore diurne e sono seguiti da un équipe di tutor diversi che li affiancano nelle varie attività. La sera sono soli poiché sono adulti, ma vengono effettuati controlli a campione con operatori che girano anche di notte. Non possono ospitare altre persone nell’appartamento se non previa autorizzazione e devono rispettare delle regole. Se non lo fanno possono essere espulsi o esclusi dal progetto di integrazione. Ci teniamo anche che ci sia un clima di armonia con gli inquilini – conclude Bratti – e siamo a disposizione per eventuali confronti con loro». s.f.

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