Giovane morto sul lavoro a 22 anni: a processo il titolare dell'azienda

Rimini

BORGO TOSSIGNANO. È fissata per giovedì 8 marzo l’udienza preliminare che segue la richiesta di rinvio a giudizio per Cesare Galeotti, legale rappresentante dell’azienda “Italmicro” di Borgo Tossignano, a seguito dell’incidente sul lavoro del 21 novembre di due anni fa che causò la morte di Daniele Poggiali, ragazzo di 22 anni originario di Casalfiumanese morto all’ospedale Maggiore del capoluogo dopo tre giorni di ricovero nel reparto di rianimazione. Il giovane operaio stava lavorando sulla linea dell’ondulatore, quando rimase schiacciato da una pressa mentre era intento a reinserire il nastro di carta a seguito di una rottura.

L’accusa è quella di omicidio colposo per l’omessa applicazione delle misure di sicurezza, con aggravanti specifiche legate alla mancata formazione dei propri dipendenti.

Mancata formazione

Primo elemento contestato, il «non assicurare ai dipendenti la prevista, specifica e idonea formazione conseguente alla assunzione al lavoro», scrive il Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bologna Beatrice Ronchi nella richiesta di rinvio a giudizio, «in particolare in relazione all’utilizzo corretto della macchina giuntatrice sulla linea di produzione del cartone».

Uso non conforme

A seguire, il «mancato utilizzo della macchina giuntatrice in modo conforme a quanto previsto nel manuale "Uso e manutenzione" fornito dalla ditta», aggiunge la Ronchi, «che indica che l’operazione di infilaggio carta -cioè di re-inserimento del nastro di carta a seguito di rottura- deve essere eseguita da un solo operatore».

Valutazione rischi non aggiornata

Infine, il «non aver provveduto ad aggiornare il documento di valutazione dei rischi per gli operatori addetti alla macchina giuntatrice», continua il documento, «prevedendo misure di prevenzione e protezione finalizzate a tenere sotto controllo i pericoli determinati dall’uso difforme rispetto a quanto previsto dal costruttore».

Dinamica

L’insieme dei tre elementi «faceva sì che gli operai Poggiali Danilo e L. L. utilizzassero insieme la predetta macchina giuntatrice», osserva il Pubblico ministero, «e che, al momento della rottura del rotolo di carta, mentre L. operava sul quadro comandi, Poggiali salisse in piedi sopra i bracci del porta bobine sottostante per attuare l’operazione di re-inserimento del nastro di carta nei rulli della giuntatrice». In quel momento «L., non potendo dalla sua postazione vedere il posizionamento del collega e operando in un ambiente molto rumoroso, non coordinandosi con le operazioni del Poggiali, azionava lo spostamento verso sinistra del carro-scorta senza che il Poggiali potesse sentire il segnalatore acustico (e quindi scendere dai bracci o spostare la testa prima che il carro-scorta si mettesse in moto)», prosegue la Ronchi, «causando lo schiacciamento della testa del Poggiali tra i rulli mobili in acciaio».

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