Molestie in biblioteca a Imola, ragazza palpeggiata. Scattano le denunce
Indignazione
«Sentire questa frase da una ragazzina fa salire il sangue alla testa perché è intollerabile e perché cominciano così quasi per gioco le peggiori vicende di abusi femminili» è il commento indignato del padre della studentessa, sottolineando che il fatto sia avvenuto nella quasi indifferenza di altri ragazzi. E per di più l’episodio non è isolato. Era già accaduto, stando al racconto, circa 8 giorni fa nelle medesime condizioni nei confronti della stessa ragazza. E ancora due giorni fa ai danni di un’altra ragazza.
«Qualche urla di protesta, una reprimenda dopo la lamentela con gli addetti della biblioteca e tutto come prima – lamenta il padre -. Uno straniero che da tempo staziona in biblioteca, fuma all’interno, entra nel bagno delle donne e tiene da troppo tempo altre condotte intollerabili – riporta -. I carabinieri sono intervenuti immediatamente portando il soggetto in caserma per l’identificazione e i provvedimenti del caso. Si tratta di una persona da tempo a Imola ma senza alcuna fissa dimora e nullafacente. Sono state sporte due denunce per i fatti accaduti».
Episodi da non sottovalutare
Per il padre della ragazza episodi del genere non devono essere in nessun modo sottovalutati. «Ritengo che sia un nostro dovere non tollerare più condotte che disprezzano le persone, quelle più indifese da chiunque siano poste in essere, italiani e non. Il senso comune è di impotenza e la risposta di tutte le persone con cui ho parlato ieri, da chi addetto alla biblioteca, ai ragazzi frequentanti, alle forze dell’ordine, è sempre la stessa: ma cosa possiamo fare?».
Garantire la sicurezza
«In un luogo pubblico e gestito dal Pubblico, deputato prevalentemente a ragazzini e giovani, garantire la sicurezza e la tranquillità è un dovere di ogni soggetto: chi gestisce, chi deve controllare, chi viene chiamato per farlo ma anche chi fruisce. La nostra parte l’abbiamo fatta senza timori – conclude il papà indignato – e senza giocare allo scarica barile delle competenze altrui, tutti dovranno fare lo stesso: è una forma di rispetto dei cittadini, di noi stessi».