Una folla in lacrime per l'addio al 15enne morto al campo da calcio

Rimini

IMOLA. Tanta, tantissima gente. Una folla commossa accorsa per ricordare il sorriso di Giacomo Chelli e per accompagnarlo nell’ultimo viaggio. Un lungo corteo che ieri pomeriggio, fra la camera mortuaria a Imola e la chiesa di Sasso Morelli, ha partecipato ai funerali del 15enne, deceduto domenica scorsa dopo il malore accusato due giorni prima al termine di un allenamento del suo SanpaImola. Lo stesso Sanpa che ieri ha portato decine e decine di giovani calciatori, compagni di squadra di Chelli e non solo, tutti al capezzale dello sfortunato ragazzo imolese. Ma hanno voluto dare un segnale di vicinanza, con la propria presenza, anche altre società di Imola e circondario, a cominciare dall’Imolese, nel cui vivaio militano i fratelli minori di Giacomo. E tanti erano i volti noti dello sport imolese, con varie discipline rappresentate, a testimonianza di come questo tipo di lutto tocchi sempre l’animo e il cuore di tutti. Alla camera mortuaria l’andirivieni per un abbraccio a genitori e parenti è stato continuo, fino alla partenza del feretro, puntuale alle 14.30. E chiaramente non sono mancate le corone di fiori accanto alla bara di Giacomo, con quelle sempre del Sanpa Imola e dell’Imolese (a tinte rossoblù) a distinguersi. E un grande abbraccio a Giacomo e alla sua famiglia è arrivato anche dai compagni di scuola, con i ragazzini che come Giacomo frequentano l’Istituto Tecnologico Alberghetti, ma anche i loro genitori, la maggior parte dei quali in lacrime per un dolore che solo chi ha dei figli può comprendere in maniera compiuta. E a contraddistinguere il rispetto profondo per questa sofferenza, è stata la totale assenza di quello che ormai rappresenta un’appendice degli esseri umani, in particolare dei giovani: il cellulare. Nessuno perso a guardare lo smartphone, nessuno intento a filmare o riprendere, segno di come ormai proprio la morte sia rimasta, forse, l’unica parte della nostra vita esclusa dalla tecnologia.

Le parole di Don Paolo

La salma è arrivata alla parrocchia di Sasso Morelli dove don Paolo Ravaglia ha celebrato l’orazione funebre visibilmente commosso. «Gesù è l’unico che può dirci di non piangere – ha detto durante l’omelia – perchè in momenti come questi lui è l’unico in grado di fare qualcosa. Dobbiamo partire dal nostro dolore per sentire la voce di Gesù che ci dice di non piangere».

La commozione è salita quando i compagni di scuola, gli amici di Sasso Morelli e una mamma hanno ricordato Giacomo leggendo lettere dalle parole toccanti. E sull’altare campeggiava un telo con le scritte degli studenti dell’Alberghetti, l’istituto che frequentava Giacomo.

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