Inquilini Acer, 1 su 10 non in regola

Rimini

IMOLA. Negli ultimi quattro anni circa un inquilino dell’Acer su dieci era irregolare. Anche per questo i controlli d’ora in poi non saranno più a campione, ma a tappeto. Grazie alla convenzione stipulata due anni fa dall’agenzia regionale che gestisce il patrimonio abitativo pubblico e l’Agenzia delle entrate si cominciano a vedere i primi risultati della lotta ai furbetti.

Dal setaccio di tutte le dichiarazioni presentate dal 2007 al 2010, l’ Acer ha potuto così sapere di essere in credito di 87mila euro, cifra che corrisponde all’importo relativo alle fatture emesse dai ricalcoli dei canoni.

Il sistema è semplice quanto efficace. L’Acer invia all’Agenzia delle Entrate i codici fiscali dei soggetti presenti nelle autocertificazioni e, dopo una serie di controlli, risponde l’agenzia regionale informando chi è in regola e chi no.

Rispetto al passato, dove i controlli a campione si limitavano al 7% del totale delle autocertificazioni, ora si è passati al 100%. Nel quadriennio preso in esame su un totale di 2.546 autocertificazioni, con una media di poco al di sotto delle 600 annue, 449 erano non conformi, un po’ più di un centinaio all’anno. In molti casi si tratta di errori svolti da uno stesso nucleo familiare, il che fa scendere a quota 253 (uno su dieci) il numero di procedimenti che Acer avvia (o dovrà avviare) nei confronti degli inquilini non in regola.

«I casi più classici sono quelli di persone che presentano solo un Cud e il mancato inserimento di un componente del nucleo familiare - riporta Gigliola Schwarz dell’ Acer Bologna -. Queste, chiamiamole così, dimenticanze hanno ovviamente ripercussioni nella formulazione dell’Ise. I controlli massivi messi in campo ci hanno permesso in molti casi di ricalcolare i canoni e recuperare così oltre 87mila euro. Le nuove fatture sono già state tutte emesse; alcuni hanno già pagato e altri stanno per farlo» commenta Schwarz, precisando che per questi inquilini c’è anche una sanzione amministrativa (se la fattura è inferiore a 3.999,96 euro) o penale, ma non la revoca dell’alloggio.

Per l’esattezza sono stati 192 i nuclei trovati con dichiarazioni difformi per i quali si è già concluso un procedimento. Ventitré sono invece i procedimenti in corso e 38 quelli da avviare. Nel conteggio, l’ Acer fa sapere che non sono state trovati casi per cui scatta la decadenza (ovvero persone che avevano i requisiti per l’assegnazione di un alloggio, ma che li hanno persi nel tempo), mentre invece ve ne sono 8 per cui scatta l’annullamento dell’assegnazione dell’alloggio, in quanto hanno presentato dichiarazioni mendaci e ottenuto un beneficio senza però averne i requisiti.

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