Alienazioni: cambiano i piani del Comune

Rimini

IMOLA. Forse è passata l’emergenza. Dopo avere annunciato per quest’anno quasi 10 milioni di investimenti, anche sulla vendita dei beni comunali l’aria che tira a Palazzo è diversa. L’assessore all’Urbanistica Davide Tronconi lo dice apertamente in merito al nuovo piano triennale delle alienazioni: «Ci sono beni vendibili, beni più difficili da vendere, poi ci sono quelli per cui un mercato potrebbe esserci ma stiamo verificando se è possibile un diverso utilizzo».

Spostata l’asticella dell’indebitamento dell’ente pubblico sotto la soglia dei mille euro ad abitante, giunti a tre quarti del programma delle vendite di immobili che il Comune aveva affidato alla Sicim è venuto il tempo di fermarsi e di porsi una domanda: «Siamo proprio sicuri di voler proseguire nell’alienazione di spazi che poi ci verrebbero a mancare?».

Per alcuni di essi il dietrofront fa scalpore. E’ questo il caso dell’ex Vaccheria, la vecchia sede dell’Arci di via Tiro a segno che per anni è stata annunciata come destinata a divenire parte integrante del progetto edilizio in serbo all’Osservanza. Oggi, invece, annuncia l’assessore, «c’è una proposta di intervento di carattere sociale, di edilizia sociale» su un’area che rimarrebbe dunque pubblica.

Un altro ripensamento riguarda poi il mercato coperto Il Borghetto. Che, sorpresa, inizialmente era stato inserito nella delibera con cui la giunta fissa l’elenco dei 43 beni immobili non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali e per i quali l’ente ha dunque deciso di rinunciare allo status di utilità pubblica, primo passo verso l’alienazione. Poi però «abbiamo già deciso di non vendere - spiega Tronconi -. C’era stata una manifestazione d’interesse, e per questo era stato incluso nell’elenco. Nel frattempo però sono nate nuove esigenze, di mantenere spazi pubblici di cui questa città, dove la vivacità associativa è molto alta, ha sempre bisogno».

E’ dunque sugli spazi ad uso pubblico che il Comune tira il freno. Fanno invece un passo avanti verso la vendita gli alloggi e i terreni, come le aree in via Allende (340mila euro) e via Donati (180mila), nella zona industriale, oppure quella commerciale a Sasso Morelli valutata 200mila euro.

Nel 2014 dalla cessione di appartamenti e rimesse l’obiettivo è incassare 800mila euro e altri 600mila dovrebbero arrivare nel 2015. Lo scorso anno il Comune facendo da solo ha raggiunto i 500mila euro. Se si tratta di alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp), vige il principio del diritto d’opzione di chi li abita e quanto deriva dalla vendita deve necessariamente essere impiegato per costruire altri alloggi di Erp o per la manutenzione di quelli esistenti.

Il piano del Comune torna poi sulla questione del bando che andò in fumo a metà gennaio dopo l’improvvisa rinuncia alla contestata vendita dell’area di via Kolbe.

Come già annunciato dall’Amministrazione, al posto di quel terreno, che verrà destinato ad orti familiari, nel piano triennale delle alienazioni viene inserita un’altra area, che il piano individua in via dei Colli, sopra l’autodromo. Dalla permuta il Comune di Imola dovrebbe portare in cassa circa 500mila euro, 90mila in più della valutazione di via Kolbe. «Non ci sarebbe bisogno di varianti, nel Psc adottato è già residenziale». In ogni caso l’assessore precisa anche come la decisione su quel terreno «sarà comunque oggetto di confronto politico». Confermata è poi l’intenzione di vendere l’area di via Montericco, anch’essa parte di quel precedente bando e da cui il Comune conta di fare 800mila euro.

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