Mara Mucci: «Sono stata contraria alle espulsioni ma non ci penso neanche a dimettermi»

Rimini

IMOLA. È stata citata a volte tra le anime critiche del Movimento 5 Stelle. In parte può anche essere vero, dipende da cosa si intende per anima critica. Certo Mara Mucci non si allinea sempre al “pensiero unico”. Ad esempio ha votato contro le espulsioni. Ma non le è passato neanche per l’anticamera del cervello di abbandonare, come altri hanno fatto. «Io voglio unire, fare da collante, non voglio che si creino le fratture» dice la deputata imolese.

Onorevole Mucci, come sta?

«Un po’ sotto il livello solito di energia. Stanca. Lavoriamo tantissimo qui, non vi dico quante ore al giorno perché tanto non ci credete».

Lo dica lo stesso.

«Nei giorni centrali della settimana anche 14 ore. Un po’ meno il lunedì e il venerdì».

L’altra notte è poi riuscita a dormire?

«Si riferisce al mio post su facebook?».

Sì, a quello.

«Mi sono addormentata - ridacchia -, ma molto tardi».

Lei ha votato contro l’espulsione dei quattro senatori, perché?

«Io penso che loro hanno sbagliato. Hanno esagerato con le critiche».

Vietato criticare?

«No, non è vietato. Ma le questioni vanno affrontate a livello di assemblea, non attraverso i giornali creando fratture e malcontento».

Se hanno sbagliato, perché lei era contro l’espulsione?

«Perché non era comunque un motivo sufficiente per prendere quella decisione».

Altri se ne sono andati, altri se ne potrebbero andare.

«Mi dispiace molto. Penso ad esempio a una come Maria Mussini, di Reggio Emilia. Siamo amiche. Abbiamo fatto insieme la campagna elettorale».

Lei ha mai pensato di mollare i 5 Stelle?

«No, assolutamente. C’è chi ha scritto cose assurde, come che io avrei dato la fiducia al Pd. Le mie perplessità, quando ci sono state, le ho sempre espresse in assemblea».

Comunque lei non viene descritta proprio una pasdaran di Grillo.

«Ma che significa? Di Battista è un pasdaran? Ebbene anche lui, come me, molte volte si è espresso in modo critico. Siamo in 106, è impossibile che abbiamo tutti, sempre, la stessa opinione su tutto».

Da voi chi critica però viene cacciato.

«Solo quando qualcuno ci vede la malafede, quando le critiche vengono fatte sistematicamente e non nei luoghi opportuni».

Non è che vi prendete sempre un po’ troppo sul serio?

«In che senso?».

Nel senso che un po’ di leggerezza ogni tanto non guasterebbe. Usate toni da tragedia greca.

«È un’immagine che esce di noi ma non è così».

Sempre colpa dei giornalisti?

«L’informazione tende a rendere le cose semplici. Sui temi singoli, su quello che facciamo, non esce mai nulla».

Prego, ha facoltà di dire cosa ha fatto lei finora.

«Tantissime cose. Per esempio una grande battaglia per il retrofit elettrico».

Traduca per favore.

«La possibilità di trasformare i mezzi a benzina in elettrici».

Qual è il problema.

«C’è la legge ma mancano i decreti attuativi».

Un classico.

«È un tema che riguarda tantissime piccole e medie imprese, importante per l’Italia anche dal punto di vista ambientale».

Altro?

«Una valanga di cose. Molto sul turismo, molto sulla semplificazione».

Facciamo un passo indietro. Grillo da Renzi le è piaciuto?

«Io l’avrei ascoltato e poi avrei smontato le sue parole».

Dunque Grillo ha sbagliato.

«No, Grillo è Grillo. E il discorso di Renzi alla Camera ha dimostrato che aveva ragione».

Perché?

«Ha detto le stesse cose del Senato, mentre noi ci aspettavamo concretezza. Spiegazioni su come intende raggiungere gli obiettivi».

Dunque per Renzi pollice verso?

«Se il programma è quello, che senso ha avuto buttare giù Letta? E con quei numeri risicati al Senato dove crede di andare?».

Non è che adesso gli daranno una mano quelli che sono usciti dal Movimento?

«No, non credo proprio. Anzi lo escludo».

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