Osservanza, si cercano investitori

Rimini

IMOLA. Di vera e propria vendita il Con.Ami preferisce non parlare, ma per l’Osservanza il consorzio di via Mentana ha in mente alcune azioni per «valorizzare il patrimonio immobiliare e la sua appetibilità».

Se le nuove edificazioni previste dal progetto griffato Gae Aulenti restano al momento al palo, «quel progetto fu fatto in in un mondo che oggi non esiste più e non si intravede nemmeno all’orizzonte» per dirla con il presidente del Con.Ami Stefano Manara, si tratta di capire come fare a mettere mano a un patrimonio il cui recupero sembra diventare di anno in anno un obbiettivo sempre più impossibile ... e costoso.

Nel suo bilancio triennale degli investimenti, licenziato a dicembre scorso dal consiglio di amministrazione e presentato ieri in commissione a Imola prima di passare all’approvazione dell’aula consiliare, il Con.Ami ha confermato che la società Osservanza srl attualmente in liquidazione, nel prossimo biennio proseguirà l’esercizio provvisorio della sua attività per utilizzare e rendicontare i fondi regionali previsti dall’Accordo di programma.

Un accordo che proprio di recente ha subito una sostanziale modifica. «Abbiamo ricontrattato l’Accordo con la Regione riattivando i fondi spostandoli dagli immobili alle sole infrastrutture, ovvero li utilizzeremo per le opere di urbanizzazione, sottoservizi e ripristino del parco storico, reti di illuminazione e arredi urbani e la riqualificazione complessiva della viabilità» spiegava ieri lo stesso Manara confermando che dei 6 milioni iniziali stanziati dalla Regione in base a questo accordo, al momento ne sono stati già spesi circa un quarto.

«Questo consentirà a chiunque si troverà a ristrutturare gli immobili, di essere almeno in parte compensato da un’impiantistica nuova e finita, a fronte di maggiori costi dovuti ai vincoli sul complesso storico - spiega ancora Manara -. Contiamo di realizzare queste opere entro i primi mesi del 2015 e riaprire quindi alla cittadinanza gran parte del complesso, in particolare i percorsi ciclabili e parco storico completamente riqualificati. Ma anche di portare così al massimo del valore possibile l’area».

Dopodiché resta la parte immobiliare. Chi si farà carico di mettere mano ai padiglioni ormai in molti casi fatiscenti? Il Con.Ami prevede di intervenire solo sulla Chiesa per farne di fatto il nuovo punto di aggregazione e sociale. Mentre per gli altri edifici si mette a caccia di possibili investitori, su «mandato espresso - dice Manara - , dell’amministrazione pubblica».

«Il vincolo sull’intera area è di carattere sociale e questo va tenuto presente - spiega ancora il presidente del Con.Ami -. Le linee su cui muoversi sono sostanzialmente tre: trovare un soggetto che sia interessato a tutto il complesso nella sua interessa per destinarlo a un unico utilizzo, individuare un soggetto che compartecipi all’utilizzo dell’area rimanendo noi i gestori della stessa, infine trovare più soggetti interessati ad almeno una parte del complesso ». Insomma vendere? «Credo che la soluzione migliore sia la concessione in diritto di superficie, quindi mantenendo la proprietà pubblica del complesso, ma certo occorre sviluppare una redditività del complesso; potrebbe investire anche Con.Ami in alcune ristrutturazioni per poi rientrare dell’investimento ad esempio con canoni di affitto. Mi sono dato 8 mesi di tempo per valutare le ipotesi che verranno avanti e scartare le peggiori per arrivare a quella migliore». Stefano Manara è convinto che «con un business plan credibile gli investitori si troverebbero», intanto ci sarebbero già «3 o 4 soggetti interessati» pare del mondo dell’impresa e del territorio.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui