Vigile denuncia il Comune per mobbing, Piazza Matteotti condannata a risarcirlo

Rimini

IMOLA. Condanna per mobbing del Comune di Imola. Il caso e le pochissime informazioni al riguardo sono emerse nel corso della votazione della delibera del Consiglio comunale per il riconoscimento di un debito fuori bilancio dell’importo di 71.208,29 euro conseguente alla sentenza di primo grado e immediatamente esecutiva del Giudice del lavoro del Tribunale di Bologna numero 997 del 15 dicembre dello scorso anno che ha - appunto - condannato il Comune.

«Si tratta di una vicenda che risale al 2009 e che riguarda un dipendente della Polizia municipale», per cui «un provvedimento della Prefettura di Bologna ha ritenuto opportuno il ritiro dell’arma di ordinanza», spiega Walter Laghi, dirigente del settore “Risorse umane e tecniche” del Comune, nel corso della seduta convocata ieri pomeriggio. Una decisione a seguito della quale «l’agente non ha più avuto la possibilità di svolgere attività di controllo del territorio» e «il comando ha individuato altre attività da compiere all’interno dell’ufficio».

Un provvedimento che il dipendente «ha ritenuto un danno sia per la propria immagine professionale che dal punto di vista economico», e contro cui il 31 luglio di tre anni fa l’agente ha presentato un ricorso - citando in questo caso la delibera - «teso a richiedere il riconoscimento danni per presunto demansionamento, condotta vessatoria dell’Ente nei confronti dell’interessato, danno alla professionalità, biologico, da perdita di chance e danno all’immagine, quantificato in partenza in 163.887,85 euro salvo maggiorazioni».

La necessità e l’urgenza dell’approvazione della delibera ha scatenato le critiche dei gruppi di opposizione, che hanno prima richiesto il rinvio della discussione alla Commissione e successivamente deciso di non prendere parte al voto (Insieme si vince si è astenuto).

«Non è possibile non ottemperare a un ordine del Giudice», replica Laghi, e «il riconoscimento del debito fuori bilancio deve essere comunicato alla Corte dei Conti entro trenta giorni dalla data di pubblicazione della sentenza (il 26 gennaio 2016, ndr). Sarà lei a valutare, eventualmente, se rivalersi sull’ex dirigente della Polizia municipale che ha disposto la nuova assegnazione del dipendente».

Nessun pronunciamento sul merito dell’ordine, anche se «si tratta di un danno che il Comune ha subito alla stessa maniera dell’agente», valuta brevemente Laghi, rispondendo ad alcune osservazioni delle minoranze. «Il Comune non ritiene di avere responsabilità particolari. Non esistono delibere della Giunta o del Consiglio su questo argomento».

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