Addio a Dado, anima dello sport imolese

Rimini

IMOLA. Un grande vuoto per lo sport e più in generale per tutta la città. Domenico Dadina, “Dado” per tutti, 52 anni da nemmeno due mesi, non ce l’ha fatta a sconfiggere una malattia che pian piano se lo stava portando via. Dado è rimasto fino all’ultimo una persona schietta, pronta alla battuta e a farsi in quattro per quella che è stata la sua grande passione, lo sport, o meglio lo sport imolese.

Una passione che ha incarnato in primo luogo nel suo lavoro all’Ufficio sport del Comune. Dietro a ogni manifestazione c’era lui, dai piccoli ai grandi eventi, in qualunque veste. Organizzatore, speaker, tifoso, addetto stampa, non importa. Dado c’era.

«Mi piace ricordarlo nelle sue passioni sportive che andavano ben oltre il mansionario, sugli spalti del palazzetto o allo stadio, ai box dell’autodromo con il suo pass di servizio sempre in vista e tra i bambini di Sport al Centro, la “creatura” che ha visto nascere e alla quale si dedicava con un entusiasmo incredibile - lo ricorda il sindaco Daniele Manca anche a nome della giunta -. L’immagine più viva che conserverò sempre è quella dell’orgoglio mentre teneva in mano la maglia rosa che mi veniva consegnata alla presentazione della tappa del Giro d’Italia. In quelle occasioni, come al concerto degli Ac/Dc o alla Superbike, dava il meglio di sé: mettere tutto il suo impegno perché gli eventi fossero un successo era il suo modo per dimostrare quanto voleva bene a Imola. Poche cerimonie, tanta sostanza e tanta, tantissima simpatia, che esplodeva sempre e ovunque, quando raccontava barzellette come sapeva fare solo lui o quando ci prendevamo in giro, lui interista e io juventino, per questioni calcistiche», conclude il sindaco inviando un pensiero ai familiari, e a Dado un grande “grazie”.

«Era un tifoso dello sport in generale», è il commento di Giampiero Domenicali, numero uno dell’Andrea Costa Basket, squadra di cui Dado era un grande ammiratore. Da vicesindaco tra il ’90 e il ’95, poi come presidente dei biancorossi, Domenicali lo ricorda sempre in prima linea per lo sport cittadino, «con un’attenzione particolare agli sport minori».

Discipline che Dadina intendeva tutelare, dando loro spazio e visibilità. L’esperienza di Sport al centro è lì a testimoniarlo, ma lo stesso atteggiamento lo aveva anche quando conduceva Lunedì sport su Canale 11 con Tullio Chiocciola a metà degli anni 2000. «Fu un’esperienza bellissima. L’intesa che si era creata era incredibile. Dado conduceva con passione e se si presentava l’occasione non rinunciava alla battuta», rivela Chiocciola.

Altro ambito dove Dado era una sorta di tuttofare sono stati gli Internazionali di Imola di tennis femminile. «Non riesco a vedere quel torneo senza di lui», sono le parole commosse dell’organizzatore Massimiliano Narducci. «Se abbiamo fatto tante cose è perché lui era il mio primo critico. Mi mancherà soprattutto come uomo. Lo è stato anche negli ultimi mesi mantenendo grande dignità, coraggio incredibile e forza inimmaginabille anche quando la vita gli stava voltando le spalle».

Matteo Pirazzoli

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