"Sei di ...se..." Dalla piazza virtuale a quella vera

Rimini

IMOLA. La scritta vivente “IMOLA” fotografata dall’alto, c’è poco da discutere, fa la sua figura. La piazza di Castel San Pietro indiscutibilmente era più affollata. Fenomenologia della “vasca 2.0”: prima si passano settimane a scambiare nottetempo o in pausa pranzo ricordi on line fra sconosciuti, conoscenti, amici, conoscenti/amici ritrovati, comunque concittadini; quindi presi dalla foga si stabilisce che il tal giorno alla tal ora nel tal posto (che poi è la piazza il cuore di quell’organismo che è la città in cui si vive o si è vissuti) ci si ritrova. Oddio, si va e poi chi c’è c’è. La “vasca” era questo: sapere che il dato giorno, alla data ora, tutti un giretto in centro se lo facevano e se volevi incontrare gli amici o la morosa, il tipo o la tipa da “filare”, per tutti il posto era quello. Imola ieri mattina sotto una pioggia fine ha vissuto il suo “raduno” così, tutto sommato spontaneamente, con un gruppo di seguaci del profilo che preventivamente ha scritto le lettere sul selciato, si è munita di megafono e qualcuno ha anche stampato il prototipo di una maglietta I love Imola, per ora pezzo unico. Poi fatta la foto e qualche chiacchiera ciascuno ha preso la via di un bar, di un caffè, di un altro angolo di piazza, il portico o magari è andato a casa, magari per rimettersi a “smanettare” on line.

In contemporanea, Castel San Pietro ha mischiato giocosamente goliardia e istituzionalità con un vero e proprio “festone” con tanto di banda, sindaco in fascia tricolore, e a seguire pranzo collettivo con torta ad hoc e proiezioni di vecchi video amatoriali che qualcuno ha miracolosamente tirato fuori dai cassetti per la gioia di tutti i più incalliti “compagnoni”. Motivatissimi i castellani all’estero che hanno mandato la loro foto chiedendo di portare in piazza quella e qualcuno ci ha messo lo zampino da professionista: quelle foto le ha stampate a grandezza naturale e ieri qualche amico le ha portate in piazza. Giustamente anche quelle hanno fatto numero. Gli organizzatori castellani parlano di circa 2600 persone, circa 500 (sui seimila iscritti al profilo) quelli che si sono contati a Imola. E non sono mancati ovviamente i piccoli campanilismi con il sindaco di Imola Daniele Manca che mentre prendeva posto nella lettera O mandava un messaggino alla sindaca castellana: «Ehi, si dice I come Imola, ma C come Castello mi sa proprio di no...», mentre nel contempo sul Sillaro a favore di flash molti molleggiavano sulle ginocchia al coro di «chi non salta imolese è...». Sia chiaro: era un gioco, non c’entra il turismo, la cultura, l’economia, la politica, la fuga mentale dalla crisi, nessuna buona causa per manifestare, e qualche passante ha pure storto il naso scoperto perché tutta quella gente era lì in piazza Matteotti e se ne è andato bofonchiando «questa città è proprio morta». Eppure, organizzazione, numeri e moralismi a parte, la conclusione è una e sarà anche un po’ buonista: in fondo basta poco per ritrovarsi e godersi la propria città. Però una cosa non è chiara: la prossima settimana la “vasca” si rifà, o no?

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