Sacmi: vendite record sul mercato nazionale

Rimini

IMOLA. La scelta di campo è stata fatta già anni fa: non delocalizzare. Il raccolto si conferma fruttuoso. «Siamo convinti che la manifattura in Italia rappresenti un valore, crediamo che sia possibile e che sia un dovere per tutte le imprese del nostro Paese». Sono le parole di Paolo Mongardi, presidente della principale cooperativa imolese, la Sacmi, che tira le somme del bilancio 2014, tra i migliori della storia della cooperativa. E’ proprio il fatturato prodotto dalla casa madre imolese, con un incremento che oltrepassa il 5%, a mantenere il fatturato consolidato dell’intero gruppo (che proprio l’anno passato ha dismesso una parte produttiva legata al settore plastica) stabilmente sopra gli 1,2 miliardi di euro. La coop di via Selice inoltre conta su patrimonio netto di oltre 660 milioni e una forza lavoro globale pari a quasi 4.000 addetti, di cui 1085 occupati nella sede di Imola.

La Sacmi (con casa madre a Imola che conta oggi settanta aziende controllate) raccoglie i frutti di uno sforzo duplice: alti investimenti in ricerca e innovazione tecnologica, sopra i 20 milioni di euro anche nel 2014, uniti «alla capacità di operare al fianco del cliente sui mercati internazionali, ponendosi non solo come fornitore di macchine e servizi, ma come vero e proprio partner globale dell’impiantistica industriale» come spiega una nota dell’azienda.

La Sacmi ha investito infatti molto nel completamento delle linee di prodotto. Un esempio: il beverage. Se in principio furono i tappi a corona, ora l’azienda imolese produce la gamma intera di macchinari che consentono di iniziare e portare a termine un processo di imbottigliamento: bottiglia, tappo, pallet per lo stoccaggio, imbottigliamento stesso.

«In sostanza quello che facevamo già per la ceramica ora lo facciamo anche per questo settore del packaging per noi storico che nel 2014 abbiamo voluto rilanciare » spiega il presidente.

A fare da sfondo a un 2014 che si conferma uno degli anni migliori nella storia della cooperativa, commenta anche il direttore generale Pietro Cassani: «Un’attenta politica di cessioni ed acquisizioni mirate (come quelle di Cosmec, Cmc, Eurofilter) insieme alla concentrazione delle risorse sui settori “core” (ceramica, packaging automation) e ad investimenti importanti realizzati nella sede di Imola, dove gli occupati hanno raggiunto le 1.085 unità, oltre 120 nuovi assunti dal 2011».

Fortemente internazionalizzato, il gruppo Sacmi realizza oramai oltre l’88% del proprio fatturato all’estero. «Ma il 2014 è stato un anno di vendite record ai nostri clienti italiani - spiega il presidente Mongardi -. Molti hanno capito che per uscire dalla crisi occorre investire in nuove tecnologie e su fasce alte di prodotto, magari diminuendo i volumi ma puntando tutta sulla qualità». Non è dunque un caso che il Gruppo abbia mantenuto ben saldo il proprio cuore tecnologico e produttivo in Italia: «Operare in un mondo globalizzato e fortemente competitivo – spiega Mongardi – ha reso necessario, negli anni, disporre non solo di una capillare struttura commerciale, ma anche attivare vere e proprie sedi produttive all’estero, non ultimo lo stabilimento indiano di Sanand, inaugurato all’inizio dell’anno». Con l’unico obiettivo, precisa il presidente di Sacmi, di «produrre quanto necessario per sostenere l’agguerrita concorrenza dei nostri principali competitor e difendere la leadership nei nostri business tradizionali, permettendoci di mantenere lo sviluppo delle strutture e degli investimenti italiani». In sostanza, ribadisce il presidente Paolo Mongardi, la mission di Sacmi è quella di «localizzare, senza delocalizzare, per mantenere negli stabilimenti italiani e tedeschi le produzioni ad alto valore aggiunto».

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