Alluvione Emilia-Romagna, come aiutare

VolontariatoInformazioni utili per fare volontariato suddivise per località:Bologna Area Metropolitana:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfiEeIGSpfooB-cAJIaoI-K_aAp9W_wwhwKzFwL8EyTT5mIVw/viewformCesena:https://www.volontarisos.it/user/index.phpCervia:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSclceKT5KSnooMwYLyMyQO7mh080nIniirSc4ALJwU798FkCQ/viewformoppure chiamare al numero 3425211536 dalle ore 9.00 alle 18.30.Ravenna:Inviare un’email a vogliodareunamano@comune.ra.it lasciando nome, cognome, recapito telefonico e indicando quale tipo di aiuto puoi offrire.Imola:https://www.comune.imola.bo.it/argomenti/sicurezza-e-protezione-civile/emergenza-maltempo/come-aiutareForlì:Chiamare al numero 0543 712301...

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Positivo all’alcoltest si suicida un rappresentante di 37 anni

DOZZA. Con l’auto ci lavorava, non poteva farne proprio a meno. Faceva il rappresentante di prodotti per parrucchieri.

Quando la polizia stradale di Bologna lo ha fermato alle porte di Ozzano lunedì sera per un normale controllo di routine sottoponendolo all’alcoltest e il macchinario ha indicato che il livello di alcol nel suo sangue, seppure di poco, era più alto di quello che la norma consente, nella sua mente deve aver preso il sopravvento un turbinio di pensieri tale che poi è sfociato nella peggiore delle tragedie, il suicidio.

Si è suicidato a 37 anni perché gli avevano ritirato la patente. L’auto di cui era alla guida non era la sua personale ma dell’azienda e quindi non gliela avevano fermata. Aveva però dovuto chiamare un amico perché guidasse lui e lo accompagnasse fino a casa a Dozza, da lì non poteva ripartire senza patente. L’amico lo ha dovuto consolare, era davvero abbattuto, ma stando a quello che avrebbe raccontato ai carabinieri non pare che avesse tradito le sue reali intenzioni. Quelle però le ha maturate strada facendo. Il rappresentante 37enne si è fatto accompagnare fino a Dozza, il paese dove da alcuni anni viveva in pieno centro con la fidanzata. Dozzese lei, lui invece veniva da Ozzano, dove aveva passato la serata e dove la polizia lo aveva fermato.

Arrivato in paese, a casa però non è mai tornato. Forse ha vagato per un po’ per le vie del centro del borgo, intanto ha meditato. E lo sconforto, la paura di perdere il lavoro per via del fatto di non potersi più spostare in auto ha preso il sopravvento. Quando a casa non lo hanno visto arrivare, nonostante fosse ormai notte fonda lo hanno cercato al cellulare. La fidanzata sembrerebbe essere stata l’ultima che lo ha sentito e ad essersi messa in allarme per lo sconforto che lui aveva raccontato in virtù di quello che era accaduto poche ore prima. Tutta la famiglia si è messa in allerta e nel cuore della notte lo sono andati a cercare. Temevano, ma quando l’hanno trovato la tragedia è apparsa ancora più sconvolgente di quanto ogni peggior pensiero avrebbe potuto fare ipotizzare. Il giovane è stato trovato senza vita con un paio di forbici conficcate in gola, nel parco pubblico dietro alla Rocca. Aveva usato gli attrezzi che aveva con sé, quelle fobici facevano parte del campionario che portava in giro per lavoro, le ha usate per uccidersi senza lasciare un messaggio, sopraffatto dalla paura della perdita di un lavoro, dallo sconforto, a pochi passi dalla casa delle persone che lo amavano e che lo hanno cercato inutilmente. Quando alle 4.30 di ieri lo ha trovato il suocero e ha chiamato il 118, per lui non c’era più nulla da fare.

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