Vaccini, Burioni: "Deludenti i risultati di Rimini, bisogna evitare il rischio epidemia"

Rimini

RIMINI. Il premio Evidence sarà assegnato al virologo Roberto Burioni, in occasione della conferenza nazionale “Garantire il Servizio sanitario nazionale alle generazioni future”. Il riconoscimento arriva dalla Gimbe - Fondazione con lo scopo di promuovere e realizzare attività di formazione e ricerca in ambito sanitario - e verrà dato venerdì, a Bologna, al medico noto «per avere invaso il campo dell’antiscienza con uno stile comunicativo insolito per il mondo della medicina, ma efficace per combattere ciarlatani e fake news che minacciano la salute delle persone».

Burioni, l’Emilia Romagna è sopra la soglia del 95% per tutte le vaccinazioni obbligatorie, che garantisce la cosiddetta “immunità di gregge”. Secondo lei è un dato positivo?

«Positivo sì, perché c’è la crescita del tasso delle vaccinazioni. Ma bisogna sottolineare che i bimbi che negli anni scorsi non sono stati vaccinati adesso stanno crescendo e andrebbero recuperati anche quelli. Il 95 per cento delle persone vaccinate dovrebbe quindi riguardare l’intera comunità e questo sarebbe un dato davvero positivo».

È un percorso difficile?

«La situazione è questa: prima avevamo una stanza allagata; ora siamo riusciti a chiudere il rubinetto che aveva la perdita; l’obiettivo diventa quindi quello di prosciugare la stanza dall’acqua. Ecco perché è fondamentale recuperare quei bimbi che non si sono vaccinati».

Rimini resta maglia nera con 92,4% per i vaccini obbligatori, quindi sotto quel 95% che dà l’immunità gregge. Con le vaccinazioni non obbligatorie contro morbillo, rosolia e parotiti Rimini è a 88,3 per cento. Se lo aspettava?

«Un risultato davvero deludente e questo mi dispiace molto. Rimini è una città molto civile, che amo tanto e in cui trascorro tutte le mie estati, ma è stato fatto un lavoro grosso da chi è contro i vaccini e questo, purtroppo, ha avuto i suoi effetti che hanno rischi concreti, in particolare in zone come Rimini che sono a rischio».

In che senso a rischio?

«Parliamo di una città turistica, dove ogni anno si presentano milioni di vacanzieri, portatori di potenziali virus e batteri. Ecco perché è importante raggiungere percentuali più alte di vaccinazioni, per evitare il rischio epidemia».

È soddisfatto dell’operato del ministro della Salute, Giulia Grillo?

«Non parto mai prevenuto e sono molto felice che abbia mantenuto idea ferma su chi è contrario ai vaccini. Ma d’altronde il ministro è un medico e tutti i medici riconoscono i vaccini come farmaci indispensabili che non provocano autismo o i danni di cui parlano i no vax».

Si aspettava la firma di Beppe Grillo al suo manifesto pro-scienza?

«No, sinceramente no, ma mi ha fatto davvero piacere anche perché so che lo ha fatto con molto entusiasmo. Ma ribadisco, stiamo parlando di scienza e se due più due fa quattro, chi dice che fa cinque non può essere esaltato come un coraggioso combattente contro le lobby delle calcolatrici».

Ha visto la sua imitazione nella trasmissione televisiva di Raidue “Quelli che il calcio...”?

«Sì e mi ha divertito, l’imitatore, Antonio Ornano, è bravissimo: ho riso fino alle lacrime quando l’ho visto e il 17 marzo prossimo sarò nello studio televisivo a tifare per la mia Lazio».

La dipinge come intollerante e arrogante, si riconosce?

«Guardi, io ci metto molta umiltà perché dopo avere passato 35 anni sui libri parlo di quello che ho studiato. Credo che sia più arrogante chi vuole fare lezioni sui vaccini dopo avere seguito una breve lezione di cinque minuti di Google».

In questi casi, come nell’imitazione, perde subito la pazienza?

«I somari che hanno una connessione a Internet restano comunque somari. E in questi casi, è vero, non ho tanta pazienza».

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