Ravenna, agricoltura: il 94% è a termine, extracomunitari solo 1 su 4

Ravenna

RAVENNA. Certamente, assieme al turismo, è il settore maggiormente caratterizzato dalla stagionalità. Ma il dato è comunque altisonante: nel Ravennate il 94 per cento dei lavoratori in agricoltura ha un contratto a tempo determinato. Lo afferma la Cisl in una propria indagine compiuta su dati Istat, sottolineando come sia «fondamentale rendere le persone più consapevoli dei propri diritti in agricoltura, anche in questa provincia. Per questo abbiamo predisposto degli opuscoli informativi multilingue sui diritti dei lavoratori agricoli, che distribuiremo a tutti coloro che verranno nei nostri uffici».

Il focus

A presentare lo studio è stato Francesco Marinelli, segretario della Fai Cisl Romagna, che ha anche spiegato come Ravenna sia la provincia con la maggiore incidenza di lavoratori del comparto in Emilia Romagna: «Qui gli operai agricoli sono 18.910, che corrispondono al 47,7% dei lavoratori agricoli romagnoli e al 18,9% di quelli regionali».

Una precarietà, quella in agricoltura che in alcuni casi è più formale che sostanziale: «In questo settore economico l’occupazione è quasi esclusivamente a tempo determinato, – illustra il segretario –: infatti a Ravenna ben il 94,9% degli occupati ha un contratto con scadenza, però, grazie al diritto di riassunzione previsto dalla contrattazione provinciale, c’è la sostanziale certezza di ripetere la cosiddetta stagione l’anno successivo».

Le ricadute retributive sui lavoratori, però, sono certe, per questo la Cisl ricorda l’importanza «della contrattazione, nazionale e aziendale. Oltre alla possibilità di fare domanda di disoccupazione agricola. Due strumenti fondamentali – precisa Marinelli – di sostegno per i lavoratori di questo settore. Se non ci fossero queste previsioni di contratto e di legge sarebbe difficile pensare al mantenimento di una famiglia. Infatti, ben il 79,2% dei lavoratori agricoli ha più di 30 anni ed è immaginabile che la maggior parte di loro abbia un nucleo familiare a cui provvedere».

Gli extracomunitari? Un quarto

Il responsabile della Fai sfata anche uno stereotipo: «Solo il 24,2% è extracomunitario. Infatti, in questi anni di crisi, c’è stato un ritorno al lavoro agricolo anche di tanti italiani che avevano perso il lavoro in altri settori economici. L’agricoltura poi è generalmente un settore a basso valore aggiunto, ma in alcuni comparti richiede comunque lo svolgimento di mansioni qualificate, come ad esempio in quello della trasformazione dei prodotti».

Le imprese

La Romagna detiene anche una parte sostanziale delle imprese del settore, visto che qui vi operano il 30,7% fra quelle esistenti in Regione. Ben 1.424 aziende sono quelle del Ravennate, 1.239 delle quali occupano fino 9 lavoratori, 152 imprese da 10 a 49 addetti e le restanti 33 aziende sono le più grandi.

«È bene ricordare ai lavoratori del settore agricolo – afferma Marinelli – che dal primo gennaio e fino al 31 marzo, è possibile presentare la domanda sulla disoccupazione agricola nei nostri uffici. In più, quest’anno, consegneremo gratuitamente un documento con il conteggio dei propri contributi». A.T.

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