Autonomia regionale, una svolta epocale

Rimini

Siamo a una svolta. Dopo mesi di confronto con il Governo, le richieste della Regione Emilia-Romagna per ottenere maggiore autonomia in base all’art. 116 della Costituzione sono giunte all’esame del Consiglio dei Ministri.

Per la prima volta dalla riforma del 2001 si dovrà dare attuazione ad una opzione fondamentale introdotta dalla nostra carta fondamentale che riconosce alle regioni la possibilità di richiedere maggiori spazi di autonomia amministrativa e legislativa da selezionare all’interno di un elenco puntuale. Un’autonomia richiesta con l’unico ed esclusivo scopo di aumentare le performance della nostra regione e nella quale unità nazionale e regionalismo procedono in completa sintonia.

Tutto ciò per fornire una risposta concreta alle esigenze di un territorio che in questi anni ha visto una crescita economica importante, la disoccupazione calare dal 9% al 5,9% e ad avere, di conseguenza, necessità di maggiori strumenti operativi. Per poter essere ancora più competitiva e al servizio del Paese.

Ne è prova il lavoro di squadra per cui abbiamo speso impegno ed energia, nell’ottica di garantire a cittadini, famiglie e imprese servizi ancora più efficienti. Un impegno che ha trovato un “motore” fondamentale proprio nelle forze economiche e sociali della nostra regione, tutte rappresentate nel tavolo del Patto per il lavoro. Forze che sono diventate, sin dalla prima fase, i nostri interlocutori di riferimento e con i quali abbiamo costruito la proposta di negoziato.

La nostra proposta è tarata sul richiedere maggiori competenze legislative su 15 delle 23 materie possibili, con l’obiettivo di poter migliorare l’azione regionale su settori cruciali per la vita del cittadino: dalla messa in sicurezza del territorio, al potenziamento dello stato sociale, dal rafforzamento della sanità alla realizzazione di infrastrutture, dallo sviluppo delle imprese all’incontro tra domanda e offerta di lavoro, dalle dotazioni scolastiche alla maggiore attenzione per l’ambiente.

Abbiamo richiesto, inoltre, leve maggiori per spendere meglio le risorse che abbiamo già a disposizione senza aumentare la spesa pubblica complessiva.

La nostra idea di “116” non è sinonimo di maggiore centralismo regionale: l’obiettivo al quale puntiamo è più chiarezza e flessibilità nel poter programmare lo sviluppo di un territorio regionale che punta a competere con le grandi aree europee e mondiali, in linea con i principi costituzionali e in piena attuazione dei principi della sussidiarietà, adeguatezza e nel rispetto della solidarietà nazionale.

(*) Assessora regionale al Bilancio e Riordino Istituzionale della Regione Emilia Romagna

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