Imola, il cda del Con.Ami si riunisce e delibera, sindaci infuriati

Rimini

IMOLA. La sindaca Manuela Sangiorgi spera nella «condivisione di intenti». Ma sul Con.Ami è ancora buio pesto. Almeno nei rapporti. Perché il cda, dopo settimane di stallo, si è riunito mercoledì e ha approvato due delibere. Al tavolo però c’erano solo due consiglieri: la presidente Stefania Forte e Giulio Cristofori. Due dei cinque nominati in gennaio dalla sindaca di Imola. Luciano Pirazzoli e Sara Cirone, come si sa, non hanno accettato la nomina mentre Stefano Cassani, mai dimessosi dal precedente cda e rimasto sempre in silenzio, non ha partecipato alla seduta perché fuori Imola per impegni di lavoro.

I due consiglieri hanno licenziato così la nomina della commissione che dovrà scegliere il gestore del museo Checco Costa e una delibera di importanza minore. Si lavora ora per surrogare i due che non hanno accettato.

L’ottimismo

Ieri la prima cittadina, a margine di una conferenza stampa, ha fatto sapere che la presidente Forte «ha già avuto dei contatti con gli altri Comuni soci». Forte, aggiunge Sangiorgi, «vuole lavorare nell’interesse di tutti i territori, è la presidente di tutti e vuole conoscere le priorità, le criticità e le urgenze, perché c’è un bilancio da approvare».

La rabbia

Una visione che si schianta però contro il muro degli altri sindaci del Consorzio, infuriati per l’azione di forza, che a Stefania Forte hanno chiuso metaforicamente la porta in faccia. Mentre andava in scena il cda ridotto, gli altri Comuni hanno infatti approvato l’incarico di affidare all’avvocato Luca Nanni (a gestire in qualità di capofila il rapporto sarà il presidente del Circondario e sindaco di Medicina, Onelio Rambaldi) il ricorso al Tar contro la nomina del consiglio di amministrazione di Con.Ami firmata da Sangiorgi.

«La pseudo presidente mi ha chiesto un incontro che le ho negato - dice il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi -. Hanno già fatto due delibere? Le ho detto che se ne assumeranno la responsabilità. Quel cda non è legittimamente nominato. Come se non bastasse la variante a 3 membri d cui si è parlato non è prevista se non per scelta dell’assemblea, cosa che non è avvenuta. Due persone che si siedono a un tavolo da sole non possono legittimamente deliberare nulla. Stanno facendo carta igienica con lo statuto del consorzio».

Anche i sindaci Onelio Rambaldi e Fausto Tinti ieri hanno sparato contro la linea imolese. «Il tempo della politica è finito», hanno detto spiegando che sulla questione «parleranno gli avvocati», ribadendo di considerare «illegittimo» il nuovo cda.

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