Rimini, detenuti sgomitano per lavorare: il cuoco prende più di mille euro

Rimini

RIMINI. A confrontare la busta paga mensile il detenuto che svolge il compito di cuoco in carcere, per l’amministrazione carceraria a beneficio degli altri detenuti, prende più di un agente della polizia penitenziaria: poco meno di 1200 euro netti. Eppure, nonostante qualche divisa, alle prese con carenze di organico e sovraffollamento, mastichi amaro si tratta di un paragone fuorviante. Di certo, gli “ospiti” dei Casetti, così come quelli di altre carceri italiane, da poco più di un anno a questa parte sgomitano per essere ammessi agli impieghi interni. L’improvvisa voglia di lavorare nasce dal fatto che l’Italia, nell’autunno 2017, si è vista costretta a rivalutare quei compensi, fermi da un quarto di secolo, per adeguarli agli standard esterni come sancito più volte dalle corti europee e dagli stessi giudici del lavoro nazionali. Nei giorni scorsi due nordafricani, detenuti a Rimini, hanno ingoiato delle pile come gesto di protesta: reputavano di essere stati ingiustamente penalizzati nella graduatoria di ammissione al lavoro. Proprio per evitare problemi, infatti, si dà vita, anche dentro le mura della casa circondariale, a una sorta di “centro per l’impiego” che regola, sulla base di criteri oggettivi (che vanno dal tempo di permanenza al numero dei figli da mantenere) la distribuzione degli incarichi. Il lavoro per i detenuti è diritto riconosciuto per legge ed è doveroso prevedere un compenso equo per la prestazione svolta. Dopo gli adeguamenti di cui si è detto, il posto più ambito è quello di cuoco: sei ore al giorno (un riposo settimanale, ferie e tredicesima) per uno stipendio che sfiora i 1200 euro (turn over trimestrale). Tutti gli altri, dai portavitto agli addetti alle pulizie, hanno compensi che vanno dai 400 a 550 euro. C’è da tenere presente però che, proprio per allargare la platea, i venti posti occupabili ai Casetti (con turn-over mensile) vengono generalmente ripartiti tra 35-37 detenuti alla volta (complessivamente sono 160) con un impegno da due o tre ore giornaliere ciascuno. Nessuno si arricchisce, quindi, e tutt’al più i “definitivi” hanno almeno la possibilità di provvedere alle spese di “mantenimento” (vitto e alloggio in carcere si pagano 112 euro al mese).

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui