Danni da Ravegnana chiusa: poca acqua per i campi a Ravenna, incubo siccità

RAVENNA. Con le paratoie della Chiusa San Bartolo completamente aperte da mesi e i lavori di ripristino della centrale idroelettrica che, molto probabilmente, saranno destinati ad allungarsi, si apre un serio rischio per parte dell’agricoltura ravennate, che da marzo potrebbe rimanere a corto d’acqua. Il livello del fiume Ronco dal 25 ottobre - giorno della tragedia sul ponte della chiusa, dove ha perso la vita il tecnico della protezione civile Danilo Zavatta - è stato infatti abbassato, per permettere prima di tutto ai periti della Procura di indagare sulle cause del crollo, e poi per consentire agli operai di iniziare da subito i lavori di ripristino.

Visto il periodo invernale, fino ad ora, le paratoie completamente aperte non hanno generato danni o preoccupazioni. Ma ora che marzo e aprile si stanno rapidamente avvicinando, e con loro il periodo delle prime irrigazioni nei campi, tra i contadini inizia a serpeggiare il timore di non avere acqua a sufficienza per far fronte alle esigenze dei campi coltivati.

Secondo gli esperti, i lavori sulla Ravegnana è infatti difficile che possano essere ultimati entro marzo, così come assicurato fino ad ora. Da alcuni giorni è infatti ufficialmente iniziata la stagione piovosa e nel weekend è persino prevista una piccola allerta su possibili ingrossamenti dei fiumi. Presupposti che, di fatto, renderebbero impossibile lavorare al ripristino della chiusa. La posizione sul fiume e la movimentazione della terra richiedono infatti condizioni di asciutto totale. E proprio per questo le paratoie della chiusa sono state aperte.

Zone a rischio

Al momento, grazie anche all’immediata attivazione del Consorzio di bonifica con i tecnici del genio civile, le coltivazioni a rischio sono quelle dalla zona di Longana verso Forlì. Una porzione di territorio imponente, che vede decine di coltivatori attingere l’acqua per i campi direttamente dal fiume. Se le paratoie della Chiusa dovessero rimanere aperte - per consentire il proseguimento dei lavori sulla Ravegnana e la sua riapertura al più presto - è molto probabile che non ci sarà acqua per tutti. Dato che questa continuerà a defluire verso il mare, mantenendo così un livello basso a monte.

Sembra invece che da San Bartolo verso Ravenna i campi potranno essere in qualche modo graziati dall’assenza d’acqua. Il genio civile ha infatti assicurato l’approvvigionamento del Canale Molino (che corra giù fino alla pineta di Classe). Trovandosi infatti molto vicino alla chiusa di San Bartolo, il canale riesce ad attingere acqua anche se questa è a livelli più bassi. Cosa invece molto complessa per chi si trova più a nord.

Soluzioni?

Purtroppo per la parte di agricoltori a rischio, per ora sul campo non sembrano esserci possibili soluzioni. Anche se gli enti preposti sono tutti al lavoro. Sarà infatti compito dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, ex genio civile, capire come rifornire quel tratto del Ronco, attraverso la rimodulazione nel caso delle paratoie di Longana.

Per quegli agricoltori, infatti, ad oggi l’acqua che scorre sul Ronco è una risorsa non sostituibile. In passato per arginare questo tipo di esigenze c’erano i pozzi, che tuttavia nel tempo sono stati in parte dismessi e di sicuro non c’è alcuna intenzione di attivarne dei nuovi. La Regione vuole evitare oramai tutti quelli che sono prelievi delle acque sotterranee, per evitare il problema della subsidenza che consegue alle estrazioni. Problema che Ravenna conosce molto bene, in particolare sulla costa che viene da anni monitorata.

Nel frattempo la prossima settimana è stata indetta una conferenza dei servizi, durante la quale verranno affrontate tutte le problematiche dell’agricoltura. In quel contesto gli enti regionali saranno chiamati a dare risposte definitive, sia sul ripristino definitivo della chiusa, che sull’approvvigionamento di acqua per i campi.

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