Imola, le società pagano il conto del Pala Ruggi: ne manca solo una

Imola

IMOLA. «Solamente una società, una delle due più importanti, non ci ha ancora fatto sapere niente». L’ultimatum di Geimsdue alla decina di società che usufruiscono dell’impianto sportivo Amedeo Ruggi (piscina, palestre e palazzetto dello sport) «ha complessivamente funzionato», fa i conti Lorenzo Muscari, direttore di Geimsdue.

L’8 gennaio un cartello aveva fatto la comparsa su una colonna all’ingresso della piscina di via Oriani ed è scaduto lunedì scorso: nel mirino le attività non in regola con il pagamento del canone per l’utilizzo degli spazi convenzionati.

In attesa dopo un Cda

«Tutte le società minori hanno pagato quello che dovevano» entra nei particolari Muscari. «Una di quelle maggiori (la Grifo Basket 1996, ndr) ha saldato tutto immediatamente. Le altre due (il direttore preferisce non fare nomi, però il Corriere Romagna aveva sollevato i casi della Virtus Spes Vis e dell’Andrea Costa Imola Basket, ndr) hanno convocato i rispettivi Consigli di amministrazione: una ci ha già presentato un programma di rientro che verrà preso in esame e valutato». Dell’unica società che non ha ancora risposto all’appello «ci aspettiamo un piano serio, supportato da titoli inequivocabili, entro una settimana» avverte Muscari, fissando una seconda scadenza irrevocabile. «Nel frattempo, abbiamo informato il Comune e chiesto l’applicazione del regolamento: chi non paga, non entra più. Non ci fermiamo».

Ottantamila euro

Da recuperare, in totale, c’erano circa 80mila euro «che, da contratto, Area Blu avrebbe dovuto garantirci – aveva spiegato il direttore di Geimsdue – e che, al contrario, ci sono stati negati in più di una occasione».

Ed è proprio per questa ragione che la società di gestione dell’impianto sportivo Amedeo Ruggi e – dall’altra parte – Area Blu e il Comune, aspettano di darsi battaglia sulla riquantificazione del contributo che Geimsdue riceve annualmente da via Mazzini sulla base del Piano economico finanziario davanti a un giudice del Tribunale di Bologna.

In attesa dell’udienza, la società di gestione dell’impianto non è rimasta con le mani in mano. Anzi, è passata al contrattacco.

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