Associazione all’Unione Europea: il Psd sprona il governo

Rimini

SAN AMRINO. Il Partito dei Socialisti e dei Democratici, durante l’ultima sessione consiliare ha depositato un ordine del giorno per portare il tema della politica estera ed in particolare dell’associazione all’Unione Europea, al centro dell’attenzione del Parlamento e della pubblica opinione.

Il Psd «ritiene infatti non ci sia possibilità di uscita dal tunnel bancario e finanziario ed in generale dalla pesantissima crisi economica, in mancanza di una chiara scelta sul posizionamento e sul mercato in cui giocare ad armi pari e della informazione e condivisione sul futuro europeo della Repubblica».

Il partito d’opposizione sottolinea che «a 10 anni dall’inizio della crisi San Marino non ha tracciato definitivamente il contesto internazionale nel quale muoversi e nella presente legislatura la condivisione delle linee politiche e delle scelte negoziali con Italia ed Europa ha lasciato il posto alla segretezza. Molte delle riforme in discussione e ogni sforzo di riduzione dei costi, come anche le proposte per richiamare investimenti esteri, non saranno sufficienti se la cornice del mercato in cui ci si muove, della condivisione di diritti e doveri, della possibilità in sostanza di competere alla pari con altri stati non sarà garantita».

Nell’ordine del giorno chiede dunque che il Governo «concentri tutti gli sforzi utili a rendere efficaci le collaborazioni con la Repubblica d’Italia a livello di ripresa economica, investimenti infrastrutturali di interesse comune e della individuazione di mutue convenienze in particolare sul settore bancario e finanziario, anche attraverso un accordo con Banca d’Italia, al fine di accelerare l’assestamento del settore, ridare reputazione e favorire gli investimenti italiani nel nostro paese e quelli dei nostri istituti fuori dalla Repubblica».

Chiede inoltre di «rendere la negoziazione dell’Accordo di Associazione con l’Ue un valore condiviso per fornire alle scelte che ci accingiamo a compiere un contesto più largo di quello della maggioranza e rendere di conseguenza indipendente il destino di un così importante accordo dal governo di turno».

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