Rimini, lo scippatore confessa: «Sono stato io»

Rimini

RIMINI. Venerdì sera. Ore 19. Minuto più, minuto meno. Sto camminando lungo via Gambalunga quando all’improvviso sento delle urla. Mi guardo un attimo intorno e vedo davanti al negozio della Tim, in piazza Ferrari, un gruppetto di persone. Capisco che le urla provengono da lì. Mi metto a correre e quando arrivo vedo prima una bicicletta a terra, poi un uomo steso, bloccato da due ragazzi. Giusto il tempo di tirare fuori il mio cellulare che arriva una prima auto della Polizia. Gli agenti scendono e ammanettano l’uomo: «Stai calmo». Ma lui sembra non reagire. Nel frattempo arriva una donna con un giaccone rosso che dice di essere la vittima dello scippo: «Ero in via Giordano Bruno, stavo guardando dei guanti in una vetrina quando quel tipo (e indica l’uomo a terra, ndr) mi è passato di fianco e mi ha rubato la borsa. Istintivamente ho iniziato a corrergli dietro e a urlare». Passano un paio di minuti e arriva una seconda macchina della Polizia. «E’ la prima volta che lo faccio, è la prima volta» urla l’uomo sempre disteso a terra. Gli agenti chiedono se qualcuno abbia visto qualcosa. All’inizio nessuno dice nulla. A quel punto, sempre l’uomo ammette le sue colpe: «Ve lo dico io, sono stato io, sono stato io». Poi chiede al poliziotto di farlo alzare «perché la faccia sul marciapiede freddo non è piacevole» e se ha ancora l’occhio: «Quando ero a terra qualcuno mi ha dato un calcio in faccia».
Scatto un paio di foto e continuo a chiedere come siano andate le cose. Due ragazzi e una ragazza mi raccontano che, sentendo le urla e vedendo l’uomo scappare, hanno tentato di bloccarlo. «Scusi, lei chi è?» mi viene chiesto. Sono un giornalista, rispondo. Mentre gli agenti portano l’arrestato in auto arriva anche una macchina civetta, seguita da un’auto dei carabinieri. Qualcuno si lascia scappare un «neppure fosse Battisti». Altri, invece, dicono «bravi» agli agenti. «E’ quel bastardo che ha messo a ferro e fuoco il centro. Finalmente lo avete preso». Poi un’auto parte in direzione Commissariato mentre gli agenti dell’altra raccolgono documenti e testimonianze».

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