Prostituzione, a Rimini le prime due sanzioni

Rimini

RIMINI. Prime due sanzioni, con denuncia in Procura ai sensi dell’art.650 del codice penale e segnalazione a Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, con la nuova ordinanza anti prostituzione. Nell’ambito dei servizi antiprostituzione sul territorio comunale, la Polizia municipale di Rimini, nella serata di venerdì 28 dicembre, hanno provveduto a sanzionare due persone, entrambe straniere, perché infrangevano l’ordinanza in vigore dal 22 dicembre che fa divieto a chiunque di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco a chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento. I due uomini sono stati colti dagli agenti della Polizia Municipale nella zona nord di Rimini mentre richiedevano prestazioni sessuali a pagamento,
venendo così multati secondo le recenti disposizioni municipali contingibili e urgenti per contrastare l'insorgere e il perdurare del fenomeno criminoso dello sfruttamento della prostituzione e della tratta di persone, sulla scia delle disposizioni precedenti. Il divieto sarà vigente sino al 30 aprile 2019, ha validità su una serie di zone del territorio comunale dove il fenomeno si manifesta con una maggiore recrudescenza che l’ordinanza individua specificatamente in Viale Regina Elena, Viale Regina Margherita, Viale Principe di Piemonte, Via Cavalieri di Vittorio Veneto, Via Losanna, Via Guglielmo Marconi, Via Novara, Via Macanno, Via Casalecchio, Via Fantoni, Via Emilia Vecchia, Via XIII settembre, Viale Matteotti, Via dei Mille, Via Tolemaide; su tutta la strada statale ”S.S. 16”- compresa tra il confine con il Comune di Bellaria-Igea Marina e il Comune di Riccione; in Piazzale Cesare Battisti, Via Savonarola, Via Mameli, Via Ravegnani, Via Graziani, Via Dardanelli, Piazzale Carso, Via Principe Amedeo; Via Varisco, in Viale Eritrea; nelle aree adiacenti alle suddette strade; in prossimità delle aree di intersezione con le vie intersecantesi con le strade sopra elencate. La violazione di quanto disposto dall’ordinanza sarà perseguita ai sensi
dell’art. 650 del codice penale con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a 206 euro, fatto salvo che la condotta non configuri un più grave reato. L’ordinanza dispone anche che qualunque fatto o atto ritenuto rilevante ai fini fiscali, riscontrato dall’agente accertatore, nell’ambito dell’attività di controllo e di accertamento sarà portato a conoscenza all’Agenzia delle Entrate, nonché al Comando provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, al fine di consentire la valutazione, da parte di tali organi, in merito agli accertamenti fiscali di
competenza.

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