Caporalato: dopo i tre arresti scattano i sequestri di soldi e casa

Forlì

CESENA. Sequestri per un valore complessivo di 109.000 euro scaturiti dall’indagine anti-caporalato condotta sull’asse Veneto-Cesena, che lo scorso settembre aveva fatto scattare tre arresti e due denunce, coinvolgendo anche quattro cooperative situate nelle zone di Forlì, Verona e Rovigo.

I sequestri

Dopo avere appurato che i cugini Abderrahim e Mustapha El Hasnaoui (il primo 34enne residente in provincia di Trento e il secondo, di un anno più giovane, residente in provincia di Verona) e Bilal Monyr (31enne residente nel Veronese), tuttora agli arresti domiciliari, hanno tratto un vantaggio illecito quantificabile in 35.000 euro, gli inquirenti coordinati dal pm Fabio Magnolo hanno ipotizzato la commissione di reati simili nel Veronese. E così, a conti fatti, sono stati alla fine disposti sequestri preventivi “per equivalente” nella misura di 109.000 euro, che hanno interessato denaro su conto corrente e un’abitazione nel Veronese. A essere maggiormente colpito è stato Mustapha El Hasnaoui, di origine marocchina come gli altri due connazionali arrestati, ma di cittadinanza italiana.

Il ricorso al Riesame

L’avvocato Alessandro Sintucci, che assiste il terzetto di “caporali”, ha fatto opposizione davanti al Tribunale del Riesame, contestando soprattutto il calcolo presuntivo degli oltre 70.000 euro che sono stati ricollegati a fatti non ancora accertati avvenuti in Veneto.

La palla ora è in mano al collegio presieduto da Rossella Talia, affiancato da Maurizio Lubrano come giudice a relatore e Nunzia Castellano a latere.

Le accuse da cui sono scaturiti i sequestri hanno a che fare con episodi venuti alla luce nelle campagne cesenati, ma anche nei territori di Forlì, Meldola e Verona.

Lo sfruttamento

A seguito di verifiche effettuate dall’Ispettorato del lavoro, sono emersi reclutamenti di lavoratori impiegati in agricoltura e sottopagati al punto da poter parlare di sfruttamento. Tra l’altro, la manodopera assoldata includeva clandestini. Oltre ai tre arrestati, sono finiti nei guai una forlivese di 55 anni, legale rappresentante di alcune aziende agricole nella sua città, e un cesenate 45enne.

Le paghe orarie ai lavoratori, invece che gli 11 euro previsti dal contratto, sono risultate di 6 euro. Si sono inoltre scoperte sistemazioni abitative all’insegna del degrado, con 13 persone ammassate in un’unica casa. E per giunta, i “caporali” facevano la cresta (quantificata in 800 euro mensili) anche su quest’ultimo fronte, pretendendo 100 euro a testa a titolo di canone di locazione.

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