Giovannini protagonista a Londra

Rimini

 

LONDRA. Membro delle attività del prestigioso Centro internazionale d’incisione dell’“East London Printmakers”, recente protagonista in Argentina del progetto di residenza artistica “Ferrocarril”, l’affermato incisore morcianese Umberto Giovannini ha aggiunto l’invito ad esporre fino al 31 marzo per le mostra internazionale “Half cut” a cura di Nick Morley, allo Stour Space Gallery della capitale britannica, insieme ad opere di Victoria Browne, Heidi Plant, Peter Rapp, Sean Starwars, Euan G. Stewart, Mark Andrew Webber.

Incisioni in legno e su linoleum, a cui l’apparente semplicità tecnica dello scavo e della stampa ridanno una moltitudine di possibilità. Gli artisti sono stati selezionati per i loro innovativi e diversi approcci al “medium”. Si legge la mano di ogni artista nelle immagini stampate. I concetti e il metodo sono interconnessi, si legge nella presentazione scritta da Morley.

Il percorso multidisciplinare e creativo di Giovannini è iniziato nel 1990, realizzando da allora oltre 600 grafiche che includono le serie: “Sequenza Temporale”, “Tarocchi di Sigismondo”, “Mediterraneo”, esposte in vari Paesi. Nel 2009 ha aperto nel castello di Montefiore Conca l’Opificio della Rosa, centro per la grafica a basso impatto ambientale.

In questa nuova serie, Giovannini esplora la visione di Londra attraverso il distorcente obiettivo a “occhio di pesce” dell’iPhone camera. Le forme e i colori diventano astratti e semplificati. “Half cut” stesso è un gioco di parole sulla tecnica impiegata, ovvero la cosiddetta “xilografia del risparmio”, ottenuta da una matrice che permette di “ritagliare” la figura che deve essere incisa con molta precisione.

Giovannini, quale novità rappresenta “Half Cut”?

‹‹Quello che succede sulla scena artistica di Londra è in continua evoluzione, e con quattro amici artisti abbiamo deciso di prendere una strada diversa da quella note del “East London Printmaker”, seguendo la via di Nick Morley che ha aperto un nuovo spazio a Margate nel Kent. Qui gli artisti coinvolti, anche internazionalmente noti, come Sean Starwars con le sue scenografie a colori, si sono trasferiti in residenza artistica, per sviluppare un nuovo livello di sperimentazione nel campo dell’incisione artistica››.

Quale risultati ha dato il progetto “Ferrocarril”?

‹‹Un’esperienza molto riuscita che ha aperto nuove strade, come un “xiloreportage” d’indagine sociale. 23 opere che ho prodotto in questa occasione saranno esposte alla prossima “Biennale del disegno” di Rimini e mostreranno anche cambiamenti nel mio stile. Posso annunciare che l’esperienza proseguirà con il progetto “Ferrocarril 2” insieme ai miei allievi dell’Università di Londra, la prossima estate sui luoghi della linea gotica in Appenino, andando a conoscere le comunità con un approccio diretto, come in Argentina››.

Un cenno alla nuova mostra che si è aperta il 2 marzo da lei curata all’Enoteca Belfiore di Montefiore Conca…

‹‹Espone Massimo Modula, poliedrico artista e performer riminese che ha un amore particolare per la grafica. Il suo segno è molto importante, molto forte, come nelle serie “Controvento”. La sua raccolta di disegni china e colla su carta, presenta figure dall’equilibrio incerto che impressionano la carta bagnata come un sudario di orme in fuga. La nitidezza non è più contemplata in queste ombre. C’è solo una priorità che le accomuna, la via d’uscita››.

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