I gilet gialli, violenza, democrazia

Rimini

Giovanni Minoli, nella trasmissione di Gramellini, ha pubblicamente ringraziato i 5 stelle per aver incanalato, in Italia, la ribellione, la rabbia, nelle istituzioni, a differenza di ciò che succede nelle piazze francesi. È davvero così? Assolutamente no! I 5 stelle hanno alimentato e diretto la rabbia contro le istituzioni, non dentro. I 5 Stelle e la Lega sono andati al potere distruggendo la credibilità e il ruolo delle istituzioni e del Parlamento, dei corpi intermedi, delle autorità indipendenti, Magistratura compresa. Con il paradosso che prima, molti, me compreso, criticavano i magistrati d’assalto, difendendo l’istituzione, ruolo e indipendenza, oggi si difendono i magistrati alla Davigo per mettere sotto accusa l’istituzione.

Incredibile la mediocrità e la superficialità di questi giornalisti, opinionisti, che si intervistano fra di loro in prima serata Tv.

Ma la ribellione non è sfociata in violenza dicono. Ma dove vivono? La ribellione nasce dalla violenza. Tangentopoli non è stata violenza? Decine di suicidi. Commentati con il sorriso sghignazzante da Davigo, Di Pietro, i giornalisti del Fatto Quotidiano, l’altro giorno nella trasmissione di Andrea Purgatori su La 7. Amministratori pubblici che venivano portati in carcere in barella, mentre la Lega esibiva il cappio in Parlamento. Le monetine a Craxi, gli osanna, “arrestali tutti”, sotto il balcone di Di Pietro.

Si dirà, ma succedeva prima dei 5 stelle. È lo stesso virus violento. Che si è diffuso. Con responsabilità enormi della sinistra ex comunista. E dello scandalismo della stampa. Prima la lega, poi i 5 stelle, poi Lega e 5 stelle insieme. Al governo. Bel risultato.

Se c’è una differenza con la Francia sta nel fatto che a Parigi gli estremismi violenti, di estrema destra ed estrema sinistra si manifestano nelle piazze, da noi sono già la governo. Con lo stesso programma! Lo stesso.

Perché tutto è iniziato prima.

Senza violenza?

I 5 stelle sono nati con un atto di violenza, sono figli del Vaffaday. Le foto in piazza degli avversari politici. Tutti ladri, poi in gran parte assolti. Ed è violenta la propaganda di Grillo, Casaleggio, Salvini, Di Maio. Come quella dei loro amici leader populisti nel mondo. Bolsonaro ha vinto le elezioni in Brasile, inneggiando al regime militare e dicendo ad una avversaria politica che non l’avrebbe stuprata perché brutta. Bisogna dire altro di Trump? È provato che le campagne elettorali negli USA, in Francia, in Inghilterra, sono state influenzate dalla violenta propaganda russa esercitata attraverso la rete e i social.

Twitter, dopo le elezioni in America, identificò 2752 strumenti di propaganda politica russa in America. Dopo un approfondimento, furono trovati un milione di account sospetti al giorno. Prima delle elezioni, dopo aver già fatto un po’ di danni, Facebook ha chiuso 5.8 milioni di account fasulli in America. Che diffondevano messaggi violenti. Sono stati identificati 470 siti russi che si spacciavano per organizzazioni politiche americane. Con milioni di condivisioni ciascuno. Per alimentare indignazione più forte verso ciò che spaventa, lo straniero, il nero, l’Islam.

Molti di questi strumenti si sono poi trasferiti in Francia a favore della Le Pen contro Macron.

Oggi agiscono a favore dei gilet gialli. Con il plauso di Putin e Trump. Contro l’odiato Macron, che è andato al potere difendendo l’Europa. Il generale russo Gerasimov ha dichiarato che le guerre moderne si combattono con l’hacking.

E sono gli strumenti che vivono in Italia, che Bannon considera una avanguardia nel mondo. Il Club Luigi Di Maio, prima delle elezioni, produceva 1531 post al giorno di propaganda black, con un bacino di utenza di oltre un milione di persone al giorno. “Parassiti, bastardi, ladri, siete pellets”, cose così, per intenderci.

Salvini, attraverso il sistema chiamato La Bestia, costruisce campagne virali basate su notizie semi veritiere. Con messaggi violenti che alimentano paura, odio, danno soddisfazione ai pregiudizi e con un sistema che gli dice quando deve essere più cattivo e meno cattivo.

Questo è il mondo, cari Gramellini e Minoli.

No, nessun ringraziamento. Solo sgomento, per quello che succede e per l’insipienza di chi dovrebbe commentare, svelare.

(*) analista politico

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