Il padre "honesto" e il padre "disonesto"

Rimini

Il padre del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, Antonio, affida ad un video le sue confessioni. Ammette alcune colpe (lavoratori in nero nelle aziende), chiede scusa per gli errori commessi e difende l’honestà (termine caro ai grillini) del figlio (non sapeva).Il popolo grillino l’ha già assolto: ha chiesto scusa, ci ha messo la faccia, i genitori di Boschi e Renzi han fatto di peggio e così via... Antonio Di Maio paga in qualche modo una colpa del figlio ministro, quella di aver costruito la sua carriera politica su una campagna d’odio che non risparmia nessuno in nome della trasparenza e dell’honestà, campagna d’odio che prima o poi poteva ritorcerglisi contro.

Un altro padre scende in campo per difendere il proprio figlio. Questa volta è Mario Galasso, il direttore della Caritas riminese. E racconta al Corriere che per difenderlo diventerà “disonesto”. Anche Mario Galasso paga in qualche modo una colpa del figlio: quella di essere un profugo senegalese e di essere scampato alla morte durante un viaggio della speranza (in un altro invece morì suo fratello). Perché Mamadou Diouf, ora di fatto il terzo figlio di Galasso, a breve diventerà un clandestino. Per avere un lavoro deve avere il passaporto, per averlo dovrebbe tornare in Senegal, ma poi non potrebbe rientrare in Italia: il permesso umanitario gli è scaduto, non gli è stato rinnovato ed ora è stato cancellato dal decreto sicurezza. Galasso ha già detto che non lo manderà via di casa: ospiterà un clandestino. Anche Mario Galasso è già stato assolto da un popolo, ma è un popolo più silenzioso, che non urla, che lavora ogni giorno per un vero cambiamento e una vera onestà, non solo a parole. È un popolo che ci mostra come possiamo accogliere, anziché odiare, chi arriva in Italia per sfuggire da povertà, guerre e pericoli nella speranza di una nuova vita.

Francamente non mi interessa come finirà la vicenda di papà Di Maio, a me sta a cuore papà Galasso.

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