La ripresina non si sente: a Cesena i redditi restano troppo bassi

Cesena

CESENA. Il venticello della ripresa che secondo gli analisti dovrebbe soffiare da qualche tempo non si sente ancora nel comprensorio cesenate. Soprattutto sul fronte delle retribuzioni dei lavoratori, che continuano ad essere più basse di circa 3.000 euro lordi all’anno rispetto alla media regionale. È il dato più lampante di uno studio della Uil sulle dichiarazioni dei redditi presentate l’anno scorso e riferite al 2016.

Uno su 5 sotto 8 mila euro

Su 205.000 residenti nei 15 comuni del Cesenate, i contribuenti sono 153.752. Ma ben un quinto, per la precisione 30.786, ha un reddito inferiore a 8.000 euro. Questa percentuale di incapienti è superiore alla quella registrata su scala regionale, dove ci si ferma al 17%,, anche se la situazione resta meno pesante rispetto alla media nazionale, che sfiora il 25%.

Il reddito medio dichiarato dai 153.752 contribuenti è di 19.203 euro, cioè l’1,7% in più rispetto all’anno precedente, ma inferiore alla media regionale (21.931 euro).

Redditi troppo bassi

Nello specifico, i dipendenti hanno dichiarato un reddito medio di 19.373 euro, in aumento dello 0,2% rispetto al 2016, inferiore sia alla media regionale (22.205 euro), sia alla media nazionale (20.680 euro pro capite). I pensionati dichiarano invece un reddito di 15.546 euro medi pro capite, inferiore alla media regionale (17.839 euro), ma superiore, seppur di poco, alla media nazionale (17.174 euro).

Bonus 80 euro per oltre 52 mila

Sorprendente il dato relativo ai beneficiari del bonus Renzi da 80 euro: sono 52.117, pari al 60% dei dipendenti. Una platea vasta, che conferma come i redditi in zona siano bassi. D’altronde, sono ben 64.000 i contribuenti che dichiarano meno di 15.000 euro lordi annui.

«Questa situazione - commenta Marcello Borghetti, segretario della Uil cesenate - è segno di una diffusa stagionalità, ma anche di una bassa propensione alla contrattazione integrativa, di una diffusa precarietà, di lavoro sommerso ed evasione fiscale».

Differenze forti tra comuni

Consistenti le differenze di reddito fra i vari territori. Cesena, per esempio, ha 20.876 euro di imponibile medio, contro i 17.455 euro di Cesenatico che ha 17.445 euro. I cittadini più in affanno sono quelli di Verghereto (15.757 euro) e di Borghi (15.777 euro). In questi due casi la differenza è di circa 4.500 euro in meno anche rispetto alla media nazionale. Dopo i cesenati, i più “ricchi” del comprensorio sono i longianesi (19.389 euro).

Le preoccupazioni della Uil

In definitiva, l’impressione di Borghetti è che «gli annunciati e timidissimi segnali di ripresa post-crisi non abbiano prodotto effetti su un territorio in forte affanno ad affrontare i cambiamenti. In questo contesto è estremamente complicato parlare di innovazione, di rilancio dei consumi, di occupazione e delle sfide di Impresa 4.0, e anche delle politiche per favorire un’equa inclusione e remunerazione di donne e giovani. Inoltre, il tema dell’invecchiamento e del finanziamento dei vecchi e nuovi bisogni sociali rischia di diventare esplosivo. È evidente l’iniquità del sistema fiscale, che non è strutturalmente in grado di redistribuire con criteri di equità trasparenza e certezza, il carico fiscale, con il risultato di insostenibili ripercussioni sociali, ma anche economiche che incidono pesantemente sul mancato sviluppo».

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