Dipendenti azionisti: "Banca San Marino va protetta dalle mire di altri soggetti"

Rimini

SAN MARINO. Le magliette bianco-azzurre dell’Associazione dipendenti azionisti della Banca di San Marino «hanno identificato e sottolineato chiaramente la massiccia partecipazione dei dipendenti-azionisti della banca» all’assemblea degli azionisti del 24 novembre, presso la sala conferenze dell’Ente Cassa di Faetano. Relativamente alla nomina di un membro del collegio sindacale, prevista all’ordine del giorno la Ada Bsm «ha accolto con favore e condiviso con soddisfazione la candidatura indicata, suggerita proprio dagli azionisti di minoranza (e fatta poi propria anche dall’Ente Cassa di Faetano, azionista di maggioranza) e ha quindi fatto convergere anche i voti dei propri associati sul nome di Gian Nicola Berti, noto e stimato professionista sammarinese». Il momento più atteso della seduta era però il terzo punto all’ordine del giorno, ovvero l’“Informativa in merito agli studi di fattibilità afferenti opzioni strategiche per la Banca di San Marino”. Ricerche che, secondo l’Ada «sono però apparse piuttosto superficiali, lacunose e non aggiornate alle ultime situazioni contabili più recenti (30 giugno 2018); il documento relativo all’operazione di “fusione” di Banca di San Marino con Cassa di Risparmio della Rsm è apparso estremamente succinto e discutibile nelle poche pagine presentate ai convenuti: in particolare poi, sono stati del tutto omessi gli aspetti relativi alle prospettate problematiche occupazionali ed agli esuberi conseguenti in forza di tale progetto». I dipendenti-azionisti associati nell’Ada Bsm «hanno mandato un messaggio forte e chiaro: la Banca di San Marino va tutelata e protetta dalle mire di altri soggetti, privilegiando il rilancio dell’attività mediante la effettiva condivisione di un concreto piano industriale, serio, credibile e realizzabile che dovrà auspicabilmente esser condiviso con gli azionisti, con i dipendenti, e con le forze sociali. L’Ada continuerà a vigilare con forte determinazione su quei tentativi di azzerare con un ‘colpo di spugna’ quasi cento anni di tradizioni, di valori e di presenza economico-sociale della Banca di San Marino».

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