Il nuovo carattere degli italiani

Rimini

Cosa hanno in comune Angelo Panebianco, bolognese, scienziato della politica, Fosco Foglietta, forlivese, dirigente pubblico in pensione e Aristofane, ateniese, commediografo greco antico? Nulla, in apparenza, ma se si potessero incontrare, in un sogno, spiegherebbero bene il nuovo carattere degli italiani. Sostengo da anni che il consenso ai populisti al governo, non è una normale aria di garbino che viene e va e dura 2 giorni. Perché la gente è arrabbiata, dicono. No, potrebbe durare anni, decenni. Anzi, dura già da decenni. Da Mani Pulite. Un trentennio di garbino anomalo, perché duraturo. Che ha formato un carattere, un modo di essere e di pensare o di non pensare.

Sostiene Panebianco che i populisti non sono per caso al potere, che il nuovo potere è stato preparato negli ultimi 30 anni(da mani pulite, appunto) dal racconto sulla corruzione generalizzata, sulla furfanteria e sul parassitismo di chiunque avesse successo. Un’aria appiccicosa, che turba il carattere. Col mito fondante del Vaffa Day. Che, dice Panebianco: “ha chiamato a raccolta tutti coloro che si ritengono frustrati ed oppressi dalle caste, tutti quelli che, piove governo ladro, tutti quelli che, uno vale uno, tutti quelli che, qui sono tutti corrotti, il potere deve passare al popolo e i complotti delle banche, ect”.

Tutti quelli che, aggiungo, pensano che questo sia il cambiamento, quando basterebbe guardare l’epopea dei Medici in televisione, e vedere i proclami della “rivolta dei Pazzi”, quando il banchiere Pazzi, per fregare i Medici, per prendersi Firenze e le casse del Papa, invoca il “potere al popolo”.

Fosco Foglietta ha scritto un bellissimo libro, “se penso che”, sulla nostra epoca, e si interroga anche lui , “su quelli che sono i professionisti del, sì però, su quelli che credono non ci sia nulla da conoscere e nulla vogliono conoscere, quelli che non si mettono mai nei panni degli altri o invocano risposte semplici per cose complesse”. E che bollano come buonisti coloro che non considerano in crociera un migrante sui barconi.

Aristofane, ha scritto, prima della gente festante sotto i balconi di Di Pietro, prima del Davigo, “non ci sono innocenti ma colpevoli in attesa di essere scoperti”, prima di Bonafede, prima di Travaglio o della Gabanelli, prima dei Floris, prima dei Del Debbio e dei Giordano, prima dei Giletti, prima delle macchine dell’odio dei social manager di Di Maio e Salvini, prima dei Casaleggio, prima, ha scritto prima, sui danni della demagogia e del giustizialismo sulla democrazia. Ha scritto dell’ossessione dei giudici popolari, del popolo, di noi, di “conficcare il proprio pungiglione nelle costole di un imputato purchessia”. Ha scritto: “di un uomo che con il suo carattere bilioso, vota sempre per la condanna di tutti”. Ha scritto della gente, dei giudici popolari: “usati per bastonare gli avversari politici”.

Così si è diffuso il vento anomalo del garbino duraturo. Non andrà via, a breve. E non è solo il carattere degli italiani. Negli ultimi anni l’economia stava andando bene in America, ma è arrivato Trump.

Stava andando meglio in Italia, ma sono arrivati Giggino e Matteo. Sta andando malissimo adesso, ma Matteo cresce lo stesso. E gli altri sono in attesa del nuovo Che’ , Di Battista!

No, è una questione di carattere, di venti, di turbamenti. Ecco, il carattere nuovo degli italiani. Di molti italiani. Il garbino anomalo, duraturo.

Ma Panebianco, Foglietta e Aristofane ci danno speranza.

Perché comprendere significa iniziare a reagire.

(*) analista politico

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