Vigilesse controllano “artista” di strada: il sindaco le contesta assieme ai passanti

Rimini

RIMINI. Le due agenti della polizia municipale controllano un artista di strada non autorizzato, impegnato a realizzare sculture di sabbia all’angolo tra via Gambalunga e corso d’Augusto. E, imprevedibilmente, il sindaco Andrea Gnassi, lì per caso, si unisce ai passanti che criticano le “vigilesse” e le invitano senza mezzi termini a lasciare in pace il disgraziato e a occuparsi invece del traffico.

La relazione su quanto accaduto sabato scorso in centro, stilata dalle due pubbliche ufficiali impegnate nel servizio anti-degrado, è già finita in procura all’attenzione della magistratura. Il comandante Andrea Rossi non ha potuto fare altro che trasmettere gli atti chiedendo a chi di dovere la valutazione dell’episodio, messo nero su bianco dalle sue due sottoposte. Non c’è alcuna ipotesi di reato ed è probabile che, in tempi di populismo dilagante, il singolare atteggiamento farà addirittura guadagnare consensi e simpatie al sindaco. Per i vigili, già abituati a incassare le rimostranze dei turisti in spiaggia, sarà solo un altro rospo da ingoiare.

Gnassi è sereno: sostiene di aver semplicemente fatto notare una situazione ben più critica che si stava creando a due passi da lì «come avrebbe fatto qualsiasi cittadino». Il problema nasce proprio dal fatto che lui non è un cittadino qualsiasi. In genere, se uno non misura i toni e le parole, rischia di beccarsi, oltre che la multa, anche la denuncia. Il sindaco, però, assicura che lo scambio di opinioni è stato molto civile. In attesa di spulciare il verbale, ecco la sua versione dei fatti:

«Ero in giro con mio nipote sulle spalle, tanto per inquadrare la situazione - spiega Gnassi - quando in via Gambalunga, angolo corso d’Augusto, vengo fermato da un passante che mi dice: ‘Fate le multe agli artisti di strada e ai poveri e intanto qui a due metri sfrecciano auto e camioncini che rischiano di investirci a ogni passo!’.

Vedo un capannello di gente intorno a una persona, non so se artista di strada o homeless, che aveva fatto un cagnolino di sabbia di 50 centimetri sulla via. L’uomo stava piangendo: le due agenti della Municipale erano in piedi davanti a lui, non so se per farlo spostare, identificarlo o multarlo. Qualcuno intorno protestava, si stava creando una situazione di tensione. Così mi sono avvicinato, sempre con mio nipote sulle spalle, ho chiesto cosa stesse succedendo e, anche per stemperare il contesto elettrico, ho detto che bisognava fare quello che si deve fare ma ho anche segnalato alle due agenti (come avrebbe fatto qualsiasi cittadino) che proprio in quel momento, lì accanto, in un sabato di mercato, c’era una situazione oggettiva di traffico di macchine e furgoni in transito e di pericolo per i pedoni e famiglie con bambini e passeggini che mi sembrava pericolosa e contingente». Il sindaco aggiunge di non sapere nemmeno che atto stessero compiendo nei confronti di quell’uomo. «E come tutti gli agenti sanno, non ho neanche facoltà di intervenire sugli atti. Il capannello si è sciolto. Io ho continuato la mia passeggiata sul corso».

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