"Letali i tagli all'editoria, il governo ci ascolti"

Rimini

ROMA. L'allarme per il taglio dei contributi pubblici all'editoria, annunciato dal M5s, che "ci ucciderebbe", ma anche la disponibilità a un tavolo con il governo per trovare una possibile soluzione. Sono i stati i due fili conduttori della conferenza stampa a Montecitorio "La democrazia si amplifica con le voci del territorio. Pluralismo e giornali una garanzia per il futuro" indetta da Alleanza delle Cooperative italiane Comunicazione, Federazione Italiana liberi editori, Federazione italiana settimanali cattolici e Unione Stampa Periodica Italiana http://webtv.camera.it/evento/13224

Tra gli interventi più attesi quello di Alessandro Morelli (Lega), presidente della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, che ha ribadito la differente posizione del Carroccio sul tema: "Siamo assolutamente contrari a ogni tagliola sui fondi - ha spiegato -. Nelle prossime ore e giorni inizieremo l'interlocuzione con il M5s. Incontrerò Crimi per illustrare la nostra posizione". E' chiaro "che si deve partire dalla necessità di un ragionevole equilibrio - ha aggiunto - e per ottenerlo serve un percorso condiviso". Dialogo a cui sono pronte le associazioni di settore: "E' stato fatto anche in questi anni per la riforma dell'editoria - ha ricordato Roberto Calari, presidente dell'Alleanza delle cooperative italiane comunicazione - abbiamo provato tutti a contribuire in modo molto attivo, mettendo in primo piano trasparenza e rigore nell'attribuzione dei contributi pubblici, ma anche certezza d'investimento". Proprio la nuova legge sull'editoria, approvata nel 2016 ma non ancora pienamente entrata in vigore, "rischia di essere uccisa nella culla dal M5s - ha detto Roberto Paolo, presidente della Federazione Italiana Liberi Editori -. Con il fondo, che è stato già radicalmente
tagliato, si tengono in vita 300 testate. Eliminarlo sarebbe un disastro epocale". Carlo Verna, presidente dell'Ordine dei Giornalisti, è tornato sulla richiesta di "un tavolo e un confronto trasparente. Oltre al destino di testate storiche come Manifesto
e Avvenire, e di molte locali, c'e' in gioco il diritto dei cittadini di essere informati correttamente".

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