Un Piano strategico congiunto in nome del “Sistema Romagna”

Ravenna

CESENA. La coesione della Romagna potrebbe passare presto dall’elaborazione di un grande “Piano strategico” condiviso tra amministratori e altri attori delle quattro realtà geografiche che la compongono: il Ravennate, il Riminese, il Forlivese e il Cesenate. È più di una semplice idea. Se ne è già parlato esplicitamente in alcuni incontri tra l’amministrazione comunale guidata da Paolo Lucchi e alcune organizzazioni di rappresentanza. Potrebbe essere il prologo del decollo di quel “Sistema Romagna” di cui tutti parlano, ma che dopo alcuni passi importanti, come la nascita dell’Ausl unica, si è un po’ bloccato.

Il “Sistema Romagna”

In attesa di definire una architettura istituzionale, sotto forma delle “Provinciona” o Città metropolitana romagnola o chissà cos’altro, la politica sembra insomma intenzionata a giocare d’anticipo e al tempo stesso a spingere sull’acceleratore in quella direzione, partendo dai contenuti.

Quel tentativo trova il sostegno convinto della Cisl Romagna, che a quella dimensione allargata su scala subregionale ha creduto fin dalla scelta di strutturarsi in quel modo nella propria organizzazione interna.

Il segretario generale del sindacato, Filippo Pieri, non ha dubbi: «Un Piano strategico per la Romagna può essere il primo concreto impegno politico verso il Sistema Romagna».

Cos’è il Piano strategico

Ma di cosa si tratta? È uno strumento con cui le amministrazioni locali tracciano le proprie linee di sviluppo economico, sociale e culturale. Un atto d’indirizzo per la futura gestione del territorio, che poi i Comuni devono rispettare quando predispongono la loro pianificazione operativa. Una sosta di Prg di più ampio respiro, che ha un impatto concreto nella vita dei cittadini, delle imprese e delle città.

«Finora - sottolinea Pieri - ogni Comune ha fatto il proprio Piano. Ora, se si facesse questo passo, si lascerebbe alla politica romana la discussione infinita di cosa fare delle Province, iniziando davvero e con i fatti a pensare e agire come Sistema Romagna».

Ma è una strada percorribile? Se c’è la volontà politica sì, perché dal un punto di vista giuridico è una possibilità espressamente prevista: «La Regione - spiega il timoniere cesenate della Cisl Romagna - ha approvato una norma che consente di redigere Piani strategici che coinvolgono più province. Merito dell’iniziativa di alcuni consiglieri regionali romagnoli, che hanno individuato questo strumento con lungimiranza per operare come Sistema Romagna, superando così i campanili».

Urgenza e coinvolgimento

Pieri spinge: «I tempi sono maturi per procedere speditamente. Anche nel recente forum “Fattore R”, organizzato da Cesena Fiera, il mondo economico e imprenditoriale si è convinto che pensare in termini di Romagna è un’opportunità. Occorre non perdere tempo, altrimenti il rischio è di fare come l’Europa: per aspettare tutti, poi non si fa nulla e rimangono i problemi da risolvere».

Infine, un avvertimento: «Il Piano strategico, potrà dare frutti solo ed esclusivamente se la politica coinvolgerà nell’analisi e nelle decisioni le associazioni di rappresentanza, l’università e il mondo associativo. Solo vincendo questa doppia sfida, ovvero agire come Sistema Romagna e coinvolgere tutti i portatori d’interesse, potremmo avere la possibilità di lasciare un luogo migliore ai nostri figli e a chi deciderà di viverci».

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