La bomba aspetta il Frecciarossa in una Santarcangelo fantasma

SANTARCANGELO. Un infartuato da soccorrere, il Frecciarossa transitato con qualche minuto di ritardo che ha fatto slittare di una decina di minuti la chiusura della linea ferroviaria Adriatica. Sono gli unici due fuori programma, della “strana” domenica vissuta da circa 5.600 santarcangiolesi e un migliaio di riminesi, costretti a lasciare le proprie abitazioni, in attesa del termine delle operazioni di disinnesco e distruzione di una bomba d’aereo, del peso di 500 libbre (250 chilogrammi circa), sganciata da una fortezza volante, con le insegne dell’aeronautica americana, durante la seconda guerra mondiale, e rinvenuta durante i lavori di realizzazione di un capanno nella zona artigianale di via del Grano.

Fuori tutti

Quando alle 9 anche il tratto di via Emilia è stato chiuso, Santarcangelo in tutto, e per tutto, ha assunto l’aspetto di una città fantasma. Gli unici autorizzati a muoversi nell’area interdetta alla circolazione, sono stati i mezzi di soccorso, dell’esercito, delle forze dell’ordine che con i volontari hanno vigilato (anche dall’alto con l’elicottero e un drone della polizia) per sventare possibili episodi di sciacallaggio. I santarcangiolesi, dal canto loro, hanno fatto diligentemente la propria parte. Ai varchi chiusi e presidiati, non si è avuta traccia di persone che volevano forzare i posti di blocco o brontolavano per il disagio arrecato. In tanti, infatti, avevano già raggiunto il mare. Qualcuno ha raccontato di essere stato costretto a tornare sui propri passi, ed andare al parco Francolini dove ci si poteva sgranchire con un po’ di sana attività motoria, perchè a Torre Pedrera e Igea Marina, spiagge gettonatissime dai clementini, gli ombrelloni erano già andati a ruba.

Tutti di nuovo a casa

Chi aveva in programma di mangiare, nella propria cucina, una gustosa tagliatella, lo ha potuto fare 25 minuti prima delle 13. Alle 12.35, infatti, la bomba, adagiata nel cassone di un camion dell’Esercito da una gru che, in caso di bisogno, sarebbe stata utilizzata anche per calare nella buca dove l’ordigno è stato spolettato, un barella nel caso un artificiere si fosse ferito, ha preso la via di Pietracuta. Qui, nella cava Cbr, è stata fatta brillare. Le operazioni sono state dichiarate ufficialmente concluse, alle 15.15.

Organizzazione perfetta

I primi ringraziamenti la sindaca Alice Parma li ha voluti rivolgere ai militari dell’8° Reggimento genio guastatori dei paracadutisti della Folgore di Legnago «per aver portato a termine con grande professionalità il loro compito tutt’altro che semplice».

La prima cittadina, ha espresso quindi la «più viva gratitudine anche nei confronti di chi ha contribuito alla piena riuscita di questa complessa e delicata operazione, attivando una rete di assistenza e solidarietà che anche in questa circostanza ha superato pienamente la prova»; alla «Prefettura per il coordinamento delle operazioni, alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco, alle associazioni di volontariato aderenti al coordinamento di Protezione civile della provincia di Rimini, all’Ausl Romagna e all’ospedale “Franchini”, alla Croce Rossa di Rimini e alla Croce Verde di Savignano, alla parrocchia di San Michele Arcangelo, agli scout e all’associazione “Beato Simone”, ai Comuni di Poggio Torriana e Rimini, alle aziende che hanno fornito gratuitamente i loro prodotti (Galvanina, Ramberti, Coldiretti, Elettrostar), alla polizia municipale, ai dipendenti dell’Unione Valmarecchia e del Comune di Santarcangelo, alla società Anthea nonché a tutti coloro che a diverso titolo hanno preso parte alle operazioni».

Parma non ha voluto dimenticare anche i propri concittadini «in particolare chi ha dovuto assistere un familiare non autosufficiente» che a loro volta hanno trovato una grossa mano nei «diversi punti di aggregazione attivati, a partire dal centro parrocchiale di “Giovanni Paolo II” (un centinaio le persone accolte), fino alla “Camminata in Wellness” e all’attività motoria al parco Francolini.

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