"Ho sparato al rapinatore perché devo potere lavorare"

Rimini

RIMINI La domanda è volutamente provocatoria: perchè uno come lei, che ha subito tante rapine, continua a fare il gioielliere? «Perchè è il mio lavoro. Un lavoro che con mia moglie facciamo da 50 anni» risponde Giuseppe Marchini. Ed «abbiamo il diritto di poterlo fare» sottolinea con grinta e giusto orgoglio Gilda Arsena, la compagna di una vita.

Ostaggi dei criminali

Nella gioielleria Marchini, nel cuore di Marina centro aperta «quando ancora eravamo minorenni, la licenza era intestata a mio padre» la mattina dopo il fallito assalto di un rapinatore solitario messo in fuga dal colpo di pistola che il titolare gli ha fatto passare sopra la testa, i titolari fanno le cose di tutti i giorni. Lui parla con un rappresentante arrivato da Bologna «sfuggito al pedinamento di motociclisti per ben due volte nell'ultimo periodo». Lei continua a riempire le vetrinette della gioielleria.

Da quando è diventato così pericoloso guadagnarsi da vivere a Marina centro?

«Da una decina di anni in qua la situazione è precipitata. Pensi, anche la signora che vende bigiotteria si chiude in negozio» risponde la signora Gilda. «È indispensabile che vengano installate le telecamere, che chiedevo già a mio tempo quando ero presidente del Consorzio» sottolinea Marchini «utilizzo però che viene bloccato da certe leggi sulla privacy. Così, anziché essere difesi gli onesti cittadini, vengono tutelati i delinquenti». Che negli anni hanno cambiato facce ed anche il modo di vestirsi per confondersi tra i turisti. «Come gli “zingari” – termine che usa la signora – le donne ora si vestono normalmente per mischiarsi con chi passeggia sul viale, ma continuano a usare i figli per rubare. Anche poco tempo fa ne ho cacciati un paio entrati con le mamme: in un baleno avevano preso dei braccialetti dalla vetrina».

La paura

Purtroppo, prosegue «viviamo nel Bronx» scandisce la signora Gilda. La prova a queste affermazioni? «Un sacco di persone che abitano in questa zona, gente che non ha assolutamente bisogno di denaro, continua a venire da noi per vendere oro e preziosi ed evitare così di essere obiettivo di ladri e rapinatori» puntualizza il marito».

Ed è la “tutela” dei malviventi una delle note dolenti. L'argomento, obbligatorio, entra in scena quando Marchini commenta interdetto la sentenza del Tar di Brescia che conferma il divieto di rilasciare il porto d'armi a un imprenditore, colpevole di aver sparato come lui in aria per allontanare due ladri che stavano rubando gasolio dal suo deposito. Una reazione “eccessiva”, perché, secondo il giudice, non c'era una situazione di pericolo per lui e la moglie. «Che cosa dire – commenta la signora – abbiamo conosciuto la commessa della gioielleria di San Marino rapinata prima di noi dal bandito mascherato. E abbiamo visto le immagini registrate dell'assalto di cui è stata vittima. Agghiaccianti. Il bandito svuotava la cassaforte e a ogni passaggio vicino a lei, che era a terra dopo essere stata colpita con una mattonata, le sferrava un calcio. È già in libertà, nonostante abbia confessato ben sei rapine. Anzi, adesso, per quello che sappiamo, dovrebbe anche iniziare ad insegnare inglese. E magari lo stipendio glielo paghiamo noi».

L’ultimo assalto

Un colpo di pistola e due sgabellate, di cui una testa. È il “bottino” con cui è scappato mercoledì pomeriggio l’ultimo rapinatore che ha preso di mira i coniugi Marchini.

Perchè questa volta ha fatto fuoco?

«Perché dopo tante rapine uno perde la pazienza e perché, questa volta, avevo la pistola a portata di mano» risponde secco Giuseppe Marchini. Fortunatamente ha premuto il grilletto solo per spaventare il malvivente. «Felice che mio marito abbia mantenuto il sangue freddo. Poteva colpirlo in pieno petto e invece ha alzato la mira. Lo avesse ferito adesso saremo qui a raccontare un’altra storia». Anche la signora Gilda ha dato il suo contributo per mettere in fuga il bandito. Lo ha fatto usando due grossi sgabelli, come racconta il video della rapina registrato dalle telecamere del negozio. Col primo lo ha colpito in testa quando il rapinatore si è abbassato davanti a lei alla vista di Marchini con la pistola in mano. Il secondo è volato mentre lei stava avvicinando al marito. «Ma le sembra possibile - il commento sconsolato - che tutto questo possa succedere alle quattro del pomeriggio in piena estate?».

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