Aeradria: per Fabbri e Pironi è già prescrizione, Masini “patteggia” tre anni e 10 mesi

Rimini

RIMINI. Aeradria: Massimo Masini patteggia e si appresta a uscire dal processo, altrettanto accadrà a Nando Fabbri e Massimo Pironi per i quali la prescrizione è già cosa fatta; il Comune di Rimini non si costituisce parte civile mentre Banca Carim sì, come anche un vecchio sindaco revisore che chiede un risarcimento di centomila euro.

Molta la carne al fuoco nella prima udienza del processo per il crac della società di gestione dell’aeroporto “Fellini”, destinata alla questioni preliminari, alcune delle quali non saranno risolte prima della prossima udienza fissata per il 25 giugno.

Il Collegio (presidente Manuel Bianchi, giudici Capodimonte e Falaschetti) nel frattempo ha già accettato le nuove costituzioni di parte civile, che quindi si aggiungono a quelle già formalizzate nel corso dell’udienza preliminare (le curatele fallimentari di Aeradria e della società collegata Rdr e il Comune di Riccione nei confronti del solo Pironi).

Masini patteggia

La notizia del giorno è però la richiesta di patteggiamento di Massimo Masini, ex presidente di Aeradria. La sua posizione sarà quindi stralciata e si chiuderà davanti a un altro giudice: se la caverà con la pena di tre anni e dieci mesi di reclusione. Nei giorni scorsi, infatti, quello che viene considerato il principale imputato (a fronte di una progressiva erosione della capacità di spesa degli enti pubblici, la deriva dei conti è stata attribuita all’impreparazione della guida manageriale) aveva trovato l’accordo con la procura (il Gip aveva respinto la precedente richiesta di abbreviato condizionato a una perizia contabile). Masini doveva rispondere di bancarotta fraudolenta e di due casi di bancarotta semplice, passando per le false comunicazioni sociali, truffa allo Stato e il falso in bilancio. Una precedente proposta di patteggiamento, inferiore a tre anni, era stata rispedita al mittente.

Processo più snello

L’uscita di scena dell’ex presidente della società di gestione dello scalo di Miramare contribuirà a snellire il processo: un fattore positivo per il pm Luca Bertuzzi alle prese con una specie di corsa contro il tempo per evitare la “tagliola” della prescrizione. Nella stessa ottica è da considerarsi anche l’iniziativa dello stesso rappresentate della pubblica accusa nel sottolineare come, per il troppo tempo trascorso, siano già estinti alcuni reati residuali o minori. In sostanza si tratta della richiesta di prescrizione per l’ex presidente della Provincia Nando Fabbri e dell’ex sindaco di Riccione, Massimo Pironi. Per loro, quindi, il processo si chiuderà la prossima udienza, senza conseguenze, con un verdetto di “non luogo a procedere”. I giudici, in quella data, si pronunceranno anche sulle numerosissime questioni preliminari riguardanti i capi d’imputazione sollevate dagli avvocati difensori. Come si diceva, il fattore “tempo” incombe sul processo: la prescrizione scatterà a procedimento in corso per reati come abuso d’ufficio e ricorso abusivo al credito e solo se si dovesse arrivare a sentenza in poco più di un anno rimarrebbe in piedi l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato legata agli impegni di compartecipazione al piano di marketing per il rilancio dell’aeroporto che si presumono fittizi. Un’ipotesi che per la Cassazione, chiamata a pronunciarsi sui sequestri, è da considerarsi fondata per i principali accusati (ad eccezione che per l’ex presidente della Provincia Stefano Vitali).

La legge Severino

Una eventuale sentenza di condanna, sia pure soltanto in primo grado, rischia di avere pesanti conseguenze in sede civile. Chi ambisce a cariche elettive, inoltre, potrebbe ritrovarsi a dover fare i conti con i paletti imposti ai politici dalla legge Severino. Alla sbarra si ritrovano, a vario titolo, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi (avvocato Nicola Mazzacuva); Lorenzo Cagnoni, presidente della Fiera (difeso dagli avvocati Cesare e Roberto Brancaleoni); Manlio Maggioli, ex presidente della Camera di Commercio (difeso dall’avvocato Moreno Maresi); l’ex presidente della Provincia, Stefano Vitali (avvocato Maresi); l’ex sindaco di Rimini Alberto Ravaioli (avvocato Maurizio Ghinelli); l’ex vice presidente di Aeradria, Mario Formica (avvocato Giacomo Nanni).

I “pesci piccoli”

Santo Pansica (difeso dall’avvocato Catrani) e Fabio Rosolen (difeso dall’avvocato Liana Lotti), infine, sono coinvolti per aver avuto un ruolo negli artifici contabili per nascondere lo stato di dissesto della controllata Air e in Rdr. Uno era tenutario delle scritture contabili e l’altro un mero dipendente di Rdr. Pesci “piccoli” ai quali si contesta il concorso esterno nella bancarotta fraudolenta.

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